La Commissione Ue ha deferito l'Ungheria alla Corte di Giustizia della Ue per non aver rispettato la legge su asilo e ricollocamenti dei migranti.
Inoltre, ha avviato una procedura d'infrazione per la cosiddetta legge "Stop Soros", che criminalizza le attività a sostegno dei richiedenti asilo, perché viola "le leggi Ue, la carta dei diritti fondamentali e i Trattati". Nello specifico la legge sulle Ong a capitalizzazione straniera, secondo la Commissione Ue, è discriminatoria e limita in modo sproporzionato le donazioni dall'estero alle organizzazioni, violando la legislazione europea sulla libera circolazione dei capitali. Inoltre, l’Ungheria ha violato il diritto alla libertà di associazione e alla protezione dei dati personali non modificando le disposizioni in conflitto con la legislazione comunitaria.
L'esecutivo Ue ha detto in una nota di aver deferito l'Ungheria alla Corte di giustizia Ue "per non aver rispettato la legislazione su asilo e rimpatrio in base alle norme Ue".
Bruxelles ha sottolineato che la legislazione ungherese, che criminalizza le attività a sostegno dell'asilo e delle richieste di residenza, non è in linea con le regole Ue e deve essere modificata.
Va ricordato anche che la Corte di giustizia europea aveva già respinto il ricorso di Ungheria, che insieme a Polonia e Slovacchia, sulla quota dei richiedenti asilo da ospitare.
Che cosa significa se un Paese viene deferito alla Corte di giustizia europea?
Stando ai trattati dell’Ue, la Commissione può adire le vie legali - con una procedura d’infrazione - contro un Paese dell’Ue che non attua il diritto dell’Unione europea. Se, nonostante la sentenza della Corte di giustizia europea, il Paese continua a non rettificare la situazione, la Commissione può deferirlo dinanzi alla Corte di giustizia.
Quando un Paese viene deferito alla Corte di giustizia per la seconda volta, la Commissione propone che la Corte imponga sanzioni pecuniarie, che possono consistere in una somma forfettaria e/o in pagamenti giornalieri.