Tre milioni di euro subito e una colletta nazionale straordinaria la prima domenica dopo Pasqua. Oltre a rinnovare «profonda partecipazione alle sofferenze e ai problemi delle popolazioni provate dal terremoto», la presidenza della
Conferenza episcopale italiana ha già deciso uno stanziamento di fondi, prelevati dall’otto per mille. «Tale somma – si legge in una nota della Cei – sarà erogata tramite Caritas Italiana, già attiva per alleviare i disagi causati dal sisma e a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali».Inoltre, per il 19 aprile, domenica “in albis”, la presidenza della Cei ha indetto una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane, «come segno di solidarietà e di partecipazione di tutti i credenti ai bisogni materiali della gente abruzzese». Alla popolazione ferita è arrivata anche la solidarietà del
Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee). «In questa circostanza di dolore e di sofferenza – si legge in un comunicato del cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee – l’Europa è chiamata ad essere segno di speranza per quelle persone che nello spazio di un istante hanno perso non solo i sacrifici e le fatiche di una vita, ma anche l’affetto di un parente, di un amico, di un vicino, di un collega di lavoro. Mentre invito chi è stato colpito da questa sciagura a non perdere la speranza, esorto quanti in Europa abbiano la possibilità di dare un segno concreto di incoraggiamento e di vicinanza a farlo senza tentennamento, anche attraverso un contributo economico secondo le modalità predisposte dalle istituzioni ecclesiali e civili preposte a questo servizio».Al presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, sono giunte, nelle ultime ore, espressioni di vicinanza e di solidarietà da parte di numerose conferenze episcopali del mondo. A Roma, con i giovani spagnoli, per la Giornata mondiale della Gioventù, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della
Conferenza episcopale iberica, ha pregato per l’Abruzzo, durante la Messa di ieri sera nella Basilica di San Paolo fuori le mura. A Bagnasco ha scritto anche il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo e presidente della
Conferenza episcopale della Bosnia Erzegovina. «Le notizie sul terribile terremoto – scrive Puljic – riempiono le nostre anime di tristezza». Preghiera e solidarietà anche dall’arcivescovo di Przemysl dei latini e presidente della
Conferenza episcopale polacca, Jozef Michalik, da Thomas Hong-Soon Han, presidente della Chiesa Cattolica della Corea e dalla
Conferenza episcopale del Burkina-Niger.Alle comunità colpite è «spiritualmente vicino» anche l’arcivescovo di
Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, che eleva «preghiere al Buon Dio affinchè protegga le popolazioni aquilane, evitando loro ogni ulteriore sofferenza». Solidarietà immediata alla Chiesa dell’Aquila è giunta dalle altre diocesi abruzzesi. Sia l’arcivescovo di
Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, che il vescovo di
Teramo-Atri, Michele Seccia, hanno invitato le parrocchie alla preghiera e a raccogliere fondi per la ricostruzione delle case sbriciolate dal sisma.Numerose Caritas diocesane italiane hanno aperto conti correnti a favore dei terremotati. Così è stato fatto a
Modena-Nonantola,
Monreale (Palermo),
Rimini,
Verona,
San Severo (Foggia) e
Tivoli (Roma). Diverse anche le diocesi che hanno deciso di devolvere a favore dei terremotati le offerte raccolte durante le celebrazioni del Triduo pasquale, soprattutto nella Messa del Giovedì Santo. Lo hanno già annunciato il vescovo di
Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti (Bari), Mario Paciello e l’arcivescovo di
Vicenza, Cesare Nosiglia, che ha promosso la colletta per la domenica di Pasqua. «La nostra Chiesa – ha scritto Nosiglia in una lettera alla diocesi – si è sempre mostrata generosa e sollecita ad ogni richiamo verso le povertà e le necessità di chi soffre. Lo sia anche in questa circostanza, ricordando che, se Gesù risorto ci ha donato la vita, anche noi dobbiamo dare vita e amore ai nostri fratelli in difficoltà».Nonostante siano passati ormai quasi trent’anni, in Campania è ancora vivo, nella gente, il ricordo del terremoto che, nel 1980, distrusse tante città irpine. «Soprattutto noi che abbiamo sperimentato la solidarietà di tanti italiani – ha scritto, in una lettera ai fedeli, il vescovo di
Vallo della Lucania, Giuseppe Rocco Favale – avvertiamo la necessità di manifestare concretamente una uguale solidarietà alla città dell’Aquila e ai numerosi suoi comuni così duramente colpiti dal grave sisma». Favale ha anche deciso di destinare ai terremotati le offerte raccolte durante la Messa Crismale.Solidarietà e aiuti concreti anche dalla diocesi di
Rossano-Cariati (Cosenza) che ha messo a disposizione dei terremotati, attraverso Caritas Italiana, i dieci posti della casa di accoglienza per i senzatetto, piccola struttura della Caritas diocesana. Anche qui, inoltre, è stata promossa una raccolta straordinaria per il giorno di Pasqua.Un telegramma di solidarietà al vescovo dell’Aquila Molinari è stato inviato dal vescovo di
Cesena-Sarsina, Antonio Lanfranchi e dal vescovo di
Nardò-Gallipoli (Lecce), Domenico Caliandro, che ha avviato una coletta straordinaria in tutte le parrocchie della diocesi. Infine, una raccolta di fondi è stata avviata dal vescovo di
Carpi (Modena), Elio Tinti, mentre il vescovo di
Faenza-Modigliana (Ravenna), Claudio Stagni ha chiesto a tutte le parrocchie di «ricordare le comunità colpite dal terremoto, durante la Via Crucis della settimana di Passione». Anche a
Perugia, durante le funzioni del Triduo Pasquale si pregherà per l’Abruzzo ferito.