Oggi entra in vigore la legge sulla sicurezza, fra le novità il via libera alle ronde, introdotte per regolamentare fenomeni già diffusi quali le associazioni dei volontari della sicurezza e quello dei cosiddetti bodyguard delle discoteche che allo stato risulterebbero privi di qualsiasi controllo. Ma a far crescere dubbi a sindaci, anche della Lega e del Pdl, e sindacati di polizia è la parte della normativa che prevede il varo delle ronde, intese come gruppi di cittadini che presiadiano zone considerate a rischio. Un’attività che in alcuni Comuni, come a Genova e Treviso, è già attiva da tempo ma in forme diverse. In particolare a Milano che ha dovuto chiedere una deroga per consentire a City Angels e Poliziotti in pensione di continuare i loro pattugliamenti. E mentre i sindaci Pd di Padova e Vicenza non chiudono del tutto la porta, Trieste e Roma avanzano critiche. Intanto a Palermo un gruppo di ragazzini ha deciso di presidiare la scuola del quartiere Zen, il più degradato del capoluogo siciliano, per impedire ai vandali di distruggere l’ultimo presidio dello Stato nel rione. Infine il segretario nazionale dell’Ugl della Polizia, Leggeri, ribadisce che «le ronde sono una risposta sbagliata a un problema reale, che è il bisogno di sicurezza dei cittadini. Sono ben altri i provvedimenti da prendere in questo settore, come prevedere incentivi, anche di carattere economico, che incoraggino gli interventi degli appartenenti alle forze dell’ordine mentre sono liberi dal servizio».
Avvenire presenta qui una panoramica su alcune città.
GENOVA: Da anni controlli nei parchiIn Liguria non sembrano esserci, almeno finora, località dove entreranno in attività le cosiddette ronde. Il capoluogo ligure ha detto «no» anche se, proprio a Genova, sono in funzione da anni servizi di controllo nei parchi urbani e nei giardini pubblici. A garantirli sono volontari, ex appartenenti alle forze dell’ordine, e a organizzarli è il Comune. In qualche modo possono essere considerati degli antesignani anche se diversi dalle attuali ronde. A condividere le scelte del Viminale è invece il neo questore della Spezia, Gaetano D’Amato, secondo il quale già il fatto di essere previste dalla legge conferisce all’iniziativa una carattere istituzionale e poi perché ritiene possano effettivamente contribuire a garantire sicurezza, purché ovviamente sottoposte a un’adeguata gestione. L’alto funzionario del resto ritiene che ogni contributo per lavorare meglio che arriva dalla gente alle forze dell’ordine è ben accetto. Ex questore di Crotone, D’Amato è poliziotto dal 1976 e ha lavorato a Reggio Calabria, Roma, passando dalla Squadra mobile di Milano e Piacenza. (D.Fram.)
MILANO: Una deroga alla norma salva City Angels ed ex poliziottiRonde dei cittadini. Per Milano arriva la deroga. «Dopo l’intervento del sindaco Letizia Moratti e i colloqui avuti dal sottoscritto con il ministro degli Interni e il suo Capo di gabinetto – ha spiegato il vice sindaco Riccardo De Corato – sarà inserita nel decreto attuativo della legge sulla sicurezza una norma transitoria che consentirà al Comune di Milano di prorogare i presidi fatti dai Poliziotti in pensione e dai City Angels di sei mesi in sei mesi, fino al 2010». Insomma, anche se le due iniziative non sarebbero del tutto conformi alla nuova norma, in attesa delle ronde ufficiali, queste iniziative potranno andare avanti. «Si tratta di un risultato importante per la nostra città – ha sottolineato De Corato – poiché City Angels e Poliziotti in pensione rappresentano un valido aiuto alle Forze dell’ordine nelle zone a rischio, non certo un intralcio. Come invece potrebbero esserlo certi gruppi di volontari “fai-da-te”. I City Angels, noti in tutta Italia e presi ad esempio dallo stesso Maroni, sono una certezza nella nostra città, capaci tra l’altro di interloquire anche con gli immigrati, avendo nelle loro file molti volontari di origine straniera. I poliziotti in pensione, in virtù dell’esperienza maturata sul campo, sono in grado di garantire un presidio attento ed efficace che, soprattutto in certe zone, è quanto mai necessario». E De Corato ha anche voluto chiarire alcuni aspetti riguardanti le presunte retribuzioni dei volontari: «Stipendi? Sono polemiche che rimando al mittente. Quello che viene erogato dal Comune è niente più che un rimborso spese, pari a undici euro all’ora». (D.Re)
PADOVA: Ma dai sindaci del Pd un cauto assensoNé il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, né quello di Vicenza, Achille Variati, entrambi del Pd, dicono di «no» alle ronde. Aspettano il decreto, assicurano che lo esamineranno in tempi rapidi e decideranno di conseguenza. Il loro sembra comunque un «sì», seppur cauto, non fosse altro perché, come a Vicenza, operano già gli «assistenti civici». A Padova fanno pressing i rondisti del rione del Pescarotto e del Comitato Stanga, con problemi di immigrazione. Ma proprio in questa prospettiva l’assessore alla Polizia municipale, Marco Carrai, ha invitato le associazioni di volontariato e in particolare la Caritas, oltre a ex poliziotti ed ex carabinieri, a prestare la loro opera caratterizzata appunto da uno spirito umanitario, ancorché rispettoso delle leggi. «Il nostro obiettivo è ottemperare alle indicazioni della normativa Maroni, costituendo gruppi di "cittadini di prossimità" in grado di segnalare situazioni di stretta emergenza». Pare che i volontari per la sicurezza non possano essere operativi prima di un mese o due, per via dell’iter burocratico e dei corsi. (F.D.M.)
PALERMO: Allo Zen 15 ragazzini difendono la scuolaSalvare la scuola dello Zen, l’unico presidio dello Stato in una delle periferie di Palermo simbolo del degrado urbano. Dopo l’ennesimo raid vandalico che dieci giorni fa ha distrutto la palestra dell’istituto Falcone, fatto a pezzi docce e lavandini e rubato giochi e materiale didattico, il rione si ribella. Sono iniziate due giorni fa le ronde per difendere la scuola dai teppisti: davanti all’ingresso si sono dati appuntamento quindici volontari dell’associazione "Ragazzi di strada", alcuni giovanissimi, armati di telefonino e pronti a dare l’allarme. Qualche adolescente sfreccia col motorino e inveisce, ma i ragazzi non si muovono, stanno lì fino alle due di notte. Un’attenzione che dà speranza. Il 14 luglio a quella stessa scuola era stato appiccato un incendio, mentre a gennaio e a maggio fu presa di mira da ladri e cecchini. «Questi episodi si verificano probabilmente perché stiamo provando a fare scuola - ha detto il preside, Di Fatta -. Prima che arrivassi io i bambini non avevano neanche i libri. Adesso le bande si ribellano perché qui i bambini sono la loro manovalanza». (A.Tur.)
ROMA: Sì al volontariato di sicurezza sociale«Non vedo perché si debba usare questo termine che a mio avviso è dispregiativo»: la parola “ronde” a ianni Alemanno non va giù, «preferisco parlare, come del resto fa il decreto - dice il sindaco di Roma - di “osservatori volontari”». E indica un esempio virtuoso: «Viene dalla comunità ebraica - spiega - con l’associazione “Genitori e scuole” che da molti anni svolge un’attività di controllo sul territorio». Una posizione chiara quella di Alemanno, che più che alle ronde pensa a un sistema che si regge sul volontariato. «Il volontariato - questo il pensiero del sindaco - avrà un regolamento che appena verrà trasmesso al Prefetto diverrà oggetto di un esame del Comune. Poi verrà emanata una circolare che consentirà di dare vita a un volontariato di sicurezza territoriale strettamente congiunto a un volontariato sociale». Alemanno aspira a mobilitare i cittadini onesti «quei cittadini moderati - spiega - che vogliono essere coinvolti in un’attività a favore di azioni che impediscano o aiutino a reprimere la criminalità».
TREVISO: Anche la Lega frena: così servizio snaturatoLe prime contestazioni alle ronde istituzionalizzate dal ministro dell’Interno, si stanno manifestando anche all’interno della Lega, in particolare in quella provincia di Treviso dove, ancora tre anni fa, erano comparsi i primi rondini. «Non contestiamo Maroni, ha dovuto fare di necessità virtù, ma le ronde così come escono dal regolamento sono snaturate - afferma Gianantonio Da Re, segretario della Lega Nord della Marca e sindaco di Vittorio Veneto -. Rischiano di non esserci più i nostri volontari, magari quelli della protezione civile, mentre vengono istituzionalizzati gli ex carabinieri, gli ex poliziotti, insomma tutti gli ex». A Treviso come in altre città della regione hanno svolto servizio in questi anni i volontari di «Veneto sicuro», collegati alla Lega. «Continueremo con i nostri volontari - precisa Da Re -, magari senza pettorine e altri segnali di identificazione, bensì muniti solo di telefono per osservare e segnalare ai carabinieri e alla polizia se sul territorio c’è qualcosa di sospetto». (F.D.M.)
TRIESTE: «Una zona tranquilla, a noi non servono»La Lega, al governo regionale del Friuli-Venezia Giulia con il Pdl e l’Udc, ha chiesto e ottenuto le ronde. Un «no» più o meno rotondo è invece arrivato dai sindaci delle città capoluogo, anche da quelli del Pdl. «Trieste è una città tranquilla, di ronde non c’è proprio bisogno», va ripetendo Roberto Di Piazza, Pdl appunto; e così pure Ettore Romoli, di Gorizia. Ma l’assessore alla Sicurezza, Federica Seganti, dopo un pattugliamento con la polizia municipale, ha concluso: «Nell’ultimo anno gli scippi a Trieste sono in calo, e ciò dimostra che la politica attiva avviata sul territorio ha dato i suoi frutti, ma c’è un elemento in controtendenza, che riguarda i furti sugli autobus a danno delle persone anziane. Proponiamo quindi al sindaco di utilizzare i volontari per la sicurezza sui mezzi pubblici, in modo da creare una situazione di deterrenza che aiuti a ridurre anche questi episodi di microcriminalità». Le ronde, dunque, non solo appiedate, ma anche sui bus. Ma pare che Di Piazza non ci senta. (F.D.M.)