«Neanche il sacro viene rispettato: ormai tutto è banalizzato ed il senso dei valori anche sacri è sparito o sta sparendo. Su tutto prevale il bisogno di doversi procurare qualche spicciolo creando danni e mettendo sotto i piedi ogni sentimento religioso». Il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, riflette sui numerosi furti subiti negli ultimi mesi dalle chiese diocesane (a Limbadi, Motta Filocastro, Nicotera Marina, nella canonica di Spilinga, Panaja, San Leo, Calimera e la concattedrale di Nicotera), leggendoli come sintomo d’una deriva che ferisce anzitutto i giovani. Con la Chiesa chiamata a interrogarsi sull’efficacia della sua azione educativa. «Non possiamo - insiste monsignor Renzo - non fare tutti un esame di coscienza, come del resto si sta cercando di fare, ed intraprendere seriamente le strade della "nuova evangelizzazione", ribaltando negli itinerari catechistici certi criteri di facile condiscendenza, che non educano a niente. Dobbiamo inventare qualcosa, insieme alle famiglie, per aiutare a scoprire la bellezza della proposta cristiana, al di là del facile successo. I giovani sanno rispondere se come adulti diamo il buon esempio». Molte chiese, grazie ai fondi dell’8xMille, sono dotate d’impianti di sorveglianza, ma non basta. Ovunque i ladri hanno rubato oggetti sacri e di valore. A Limbadi hanno violato la teca col sangue del patrono San Pantaleone, portando via la custodia in oro e argento, di circa due chili. A Panaja di Spilinga hanno trafugato i gioielli della Madonna dei Cento Ferri. In più d’un caso hanno violato il tabernacolo prendendo le ostie consacrate. Tant’è che il vescovo fa proprio un sospetto inquietante: «Se poi si tiene conto che pure l’Eucaristia è stata oggetto di questi gesti criminali e sacrileghi, viene da sospettare che possano essere coinvolte forze malefiche ed appartenenze a sette esoteriche e sataniche». Secondo il presule «i furti nelle chiese, come altri fenomeni negativi, sono segni di un vuoto di senso esistenziale e d’una società malata. Sono la punta dell’iceberg di una realtà più ampia e complessa, su cui dobbiamo riflettere tutti». Il presule non fa sconti, chiamando tutti ad assumersi le proprie responsabilità: «Non possiamo essere rinunciatari degli spazi che ci competono. Sono stati proprio i nostri vuoti di impegno, le nostre assenze ad aver aperto e ad aprire la strada alle forze del male». Si fa molto ma bisogna fare di più: «Questi fenomeni ci spronano ad intensificare il nostro impegno educativo e formativo, soprattutto tra i ragazzi e i giovani, che crescono spesso senza guide, e, pertanto, facile preda di chi vuole pescare nel torbido. È vero che molto si fa nelle parrocchie, ma non basta ed anzi viene da chiedersi come mai ricevuta la Cresima, se pure la ricevono, i ragazzi s’allontanano ed abbandonano la pratica religiosa: o non trovano spazi e attenzione adeguata in parrocchia, o trovano più suadenti le proposte del mondo circostante (divertimento, droga, denaro facile, attività illecite)».Il Pastore della Chiesa vibonese ringrazia le forze dell’ordine che indagano sui furti, chiedendo a parroci e rettori di vigilare soprattutto su tabernacoli e oggetti preziosi.