«La via normale è quella della giurisdizione ordinaria, all’interno del processo. Se il presidente del Consiglio e i suoi avvocati vorranno sollevare la questione di competenza del tribunale di Milano lo potranno fare di fronte alla Cassazione». Per il presidente emerito della Corte Costituzionale, Riccardo Chieppa, appare invece meno lineare un conflitto di attribuzione, mentre il premier potrebbe ricorrere alla Consulta in caso ritenesse non applicata la norma sul 'legittimo impedimento' e quindi gli fosse impedito di svolgere l’attività di governo. Ma anche in questo caso lo dovrebbe fare «nel corso del processo».
Presidente Chieppa, andiamo con ordine. Il Parlamento potrebbe sollevare un conflitto di attribuzione?I conflitti dei quali la Corte si è occupata sono stati sollevati dalla magistratura, contro decisioni delle Camere in materia di insindacabilità, o qualche volta dal Parlamento, quando ha ritenuto non fossero state os- servate le prerogative dei parlamentari.
In questo caso ci si potrebbe collegare al voto della Camera, che negando l’autorizzazione a perquisire gli uffici del premier aveva posto anche la questione della competenza del tribunale di Milano?Ci si è un po’ arrampicati sugli specchi. La questione sulla quale la Camera era chiamata a decidere era solo quella relativa alla perquisizione. Anche perché il Parlamento, come ha richiamato il Presidente della Repubblica, non è autorizzato a determinare la competenza o meno.
E il governo potrebbe sollevare il conflitto autonomamente?Quali sono, in questo caso, le lesioni della competenza del governo? Quella dell’onorevole Berlusconi è una posizione personale in quanto imputato o in quanto presidente del Consiglio? Non è facile da risolvere. Potrebbe, invece, sorgere un conflitto se nel corso delle udienze del processo ci fosse un impegno governativo e il giudice insistesse nell’andare avanti ugualmente.
Sarebbe una questione di legittimo impedimento più che un conflitto di attribuzione.Esatto. Tutti i mezzi, in astratto, possono essere percorribili ma che poi possano essere dichiarati ammissibili o meno dalla Corte è tutto un altro discorso. Per il presidente emerito della Consulta il premier potrebbe invece fare ricorso in Cassazione ma «nel processo».