mercoledì 7 dicembre 2011
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Era il capo dei capi dei Casalesi, detto "capastorta", Michele Zagaria, nato il 21 maggio del 1958 a San Cipriano d'Aversa (CE), uno degli ultimi super latitanti ancora in circolazione, finito oggi in manette dopo 16 anni di fuga e ricercato dal 1995, per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione e rapina.La primula rossa era considerato il re del cemento a livello nazionale. I suoi interessi, negli appalti pubblici e non, partono dalla Campania per estendersi fino al Lazio, la Toscana, l'Umbria, l'Abruzzo, la Lombardia e, in particolare, l'Emilia-Romagna.Zagaria ha dimostrato di riuscire ad egemonizzare anche il territorio dell'ndrine calabresi portando alte quantità di cemento. Il 26 luglio 2010 la polizia scientifica diffonde il suo identikit, l'Italia conosce il volto attraverso tv e giornali, realizzato sulla base delle descrizioni di collaboratori di giustizia.Diverse le condanne sul super boss: il 19 giugno 2008, nel processo d'appello del maxiprocesso Spartacus, viene condannato alla pena dell'ergastolo, insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi. Il 13 ottobre 2010 la Corte d'assise di Latina condanna Zagaria all'ergastolo per l'omicidio di Pasquale Piccolo, ucciso il 22 luglio 1988 a Gaeta. Zagaria è considerato il mandante dell'omicidio. Il 15 ottobre 2010 subisce un'altra condanna all'ergastolo da parte della Corte d'appello di Latina.
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