Daniela Santanché, ministra del Turismo - ANSA
Un voto che suona come un sonoro schicchiolio del sostegno nella maggioranza a Daniela Santanchè. Che a scricchiolare poi sia anche la poltrona di ministro del Turismo, è presto per dirlo. Ma i sì della maggioranza e il via libera del governo all’ordine del giorno votato ieri alla Camera sono un segnale politico pesante, e non certo il primo, dell’imbarazzo che provocano le accuse di malagestione aziendale nell’inchiesta di Report sull’esponente di Fdi.
Ieri infatti il governo ha dato parere favorevole ad un Odg del Pd al decreto lavoro, presentato alla Camera dalla vicepresidente dem Chiara Gribaudo, che impegnava l’esecutivo «a sanzionare gli operatori che avessero usufruito in maniera fraudolenta» della Cassa integrazione Covid, tra le quali era esplicitamente citata, «Visibilia Editore, società quotata in Borsa, a suo tempo controllata con il 48,6 per cento delle azioni dalla Senatrice Santanchè». Ma Fdi, Lega e Fi non battono ciglio e votano a favore come le opposizioni: 257 i sì, solo 5 i contrari, come Noi Moderati di Maurizio Lupi.
L’interessata fa buon viso a cattivo gioco: «Hanno fatto bene, sono d’accordo. Mi sembra giusto che il governo faccia la sua parte. Quando verrò qui mercoledì non avrò problemi», dice mostrando sicurezza. Tra governo e maggioranza serpeggia imbarazzo. Fonti di governo si affrettano a precisare che l’ok all’ordine del giorno «si riferisce al merito del dispositivo, che impegna l’esecutivo ad adottare ogni iniziativa utile per potenziare i controlli sull’utilizzo inappropriato della cassa Covid». Mentre «le premesse dell’odg sono chiaramente strumentali, riportando come fatto storico notizie di stampa già smentite dalla diretta interessata (senza entrare nel merito, ndr) ed è pacifico che non venga espresso alcun giudizio negativo sull’operato del ministro Santanché, per la quale il governo conferma la massima fiducia».
Una dichiarazione che assomiglia molto a una toppa peggiore del buco. Al governo non si sono accorti che nell’odg c’era esplicitato il nome e l’azienda della Santanché? O l’hanno votato scientemente, poi fornendo una difesa d’ufficio per non scaricare platealmente la ministra? Fonti qualificate di Lega e Fi parlano di errore del governo, che avrebbe dato il disco verde senza accorgersi della parte sulla ministra. Secondo altre fonti di Fdi la scelta sarebbe stata dettata dalla volontà di togliere alle opposizioni ogni pretesto di accusa - verso governo e maggioranza - di “scappare” dal confronto.
Interviene anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, Fdi come la ministra: «Se ci sono state società che hanno usato il contributo per Covid in modo fraudolento è giusto sanzionarle. Era giusto approvare l’Odg». Ma aggiunge anche: «Io non ritengo un rinvio a giudizio motivo di dimissioni , e vale anche per la ministra del Turismo se accadesse».
Minimizza Gianluca Caramanna, di Fdi: «Una parte delle premesse dell'ordine del giorno riporta al condizionale, e sempre in forma dubitativa quanto evidenziato in un servizio televisivo. Altro non dice». Di sicuro c’è che tutto ciò intorbidisce le acque in vista dell'informativa di Santanché prevista al Senato il 5 luglio.
Diverso il tono del vicesegretario della Lega. Andrea Crippa premette: «Non mi fido di quello che dice Report» ma poi aggiunge di essere «curioso di ascoltare Santanchè e di aspettare fatti un po' più oggettivi rispetto all'inchiesta. Se poi si dovessero verificare delle evidenze su irregolarità o illeciti, è giusto che il ministro si prenda le sue responsabilità».
Esultanza a sinistra, dove da giorni martellano la ministra: Arturo Scotto del Pd ringrazia il governo «per aver dato il via libera all’ordine del giorno. Se le accuse dovessero corrispondere a verità, il giorno dopo la ministra Santanchè dovrebbe dimettersi».
La segretaria del Pd, Elly Schlein, dice di voler «ringraziare la maggioranza per aver votato il nostro odg insieme a noi: evidentemente condivide la gravità di quanto sta emergendo sul caso Santanchè, la quale deve venire a riferire anche alla Camera e non solo al Senato». Il voto di ieri, sottolinea Schlein, è sintomo «dell'imbarazzo diffuso anche nella maggioranza e che il Pd ha contribuito a far emergere».
«Santanchè non può continuare a ricoprire il ruolo di ministro», incalza la vicepresidente M5s Alessandra Todde. «Anche la maggioranza la sta abbandonando - sostiene - come dimostra l'invito del leghista Crippa. A sancire il game over per la Santanchè è però il voto favorevole della maggioranza. I partiti che sostengono il governo di fatto l’hanno scaricata». E Angelo Bonelli dei Verdi chiama le forze di opposizione a una mozione di sfiducia unitaria.