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Anche in queste elezioni si parla del «peso/rilevanza dei cattolici nella politica italiana». Partono da qui cinquanta figure del mondo cattolico (da don Ciotti e don Colmegna a nomi storici del centrosinistra come Rosy Bindi, Piero Grasso e Livia Turco) che – senza «pretesa di esclusività» – hanno sottoscritto «alcuni spunti per un discernimento politico».
Se anche «può darsi che si esageri quando si paragona la portata della contesa elettorale imminente e quella del 1948 – scrivono i firmatari – non è priva di fondamento la preoccupazione per le sorti del nostro Paese», in particolare rispetto a «talune pulsioni illiberali, la collocazione geopolitica dell’Italia, la prospettazione di ricette demagogiche che condurrebbero il paese al default». Nei programmi elettorali «difettano, insieme, la speranza e la responsabilità», soprattutto su alcuni temi.
Questione sociale e ambiente. Nel preoccupante contesto attuale «vanno stigmatizzate» le proposte di «politiche fiscali insostenibili e inique» oppure che alludono a «sanatorie e condoni che minano senso civico e di giustizia», scrivono i firmatari. Netta è poi la difesa del Reddito di cittadinanza come «strumento di contrasto alla povertà». Sull’ambiente, occorre evitare che «l’emergenza energetica attuale blocchi ancora una volta la transizione verde necessaria».
Pace. «L’inequivoco giudizio» sulle responsabilità del conflitto non deve condurre a irrealistiche volontà di «annientamento dell’avversario o addirittura a una escalation bellica». L’invito è poi a «far valere il nostro punto di vista» all’interno della Nato, rilanciando anche multilateralismo e disarmo.
Immigrazione. Una «questione epocale» e non «un’emergenza», da gestire con «flussi regolari» e salvaguardando il diritto d’asilo.
Gli altri punti riguardano: investimenti su Terzo settore e volontariato (in un’ottica sussidiaria che veda la «collaborazione tra pubblico e privato-sociale»), sostegno economico alle famiglie e lotta alle mafie (evitando «candidature borderline» e «sanatorie e condoni»).
Infine, si chiede «di vigilare sui capisaldi della nostra democrazia costituzionale», mantenendo la «terzietà» del presidente della Repubblica ed evitando riforme che accrescano «il divario economico-sociale tra nord e sud».