lunedì 28 marzo 2011
Era sposato, padre di quattro figli, e già nonno Antonino Lanza, il dipendente della Pubbliservizi di Catania che si è suicidato dopo avere ricevuto un provvedimento disciplinare nell'ambito di un'indagine interna all'azienda per il furto di un mezzo di trasporto. Ma soprattutto «aveva un grande paura di perdere il posto di lavoro». Così lo ricorda un familiare.
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Era sposato, padre di quattro figli, e già nonno Antonino Lanza, il dipendente della Pubbliservizi di Catania che si è suicidato dopo avere ricevuto un provvedimento disciplinare nell'ambito di un'indagine interna all'azienda per il furto di un mezzo di trasporto. Ma soprattutto "aveva un grande paura di perdere il posto di lavoro".  Così lo ricorda un familiare che aspetta la restituzione della salma davanti l'obitorio dell'ospedale Cannizzaro."Era una persona d'oro - ricostruisce il familiare - che pensava alla sua famiglia. Era rimasto segnato dalla perdita di lavoro quando la sua azienda, la Cesame (una società una volta leader nel settore dei sanitari, ndr), perchè quello è stato uno dei periodi più brutti della sua vita. Non avrebbe messo a rischio il lavoro, per nessun motivo. Da circa un anno e mezzo era stato assunto alla Pubbliservizi dopo un lungo periodo di disoccupazione, ma non aveva superato lo choc".
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