«Così andiamo a sbattere», si rammarica l’ex segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti. «Quel riferimento a Monti nella Carta d’intenti non andava cancellato. Dobbiamo liberarci dalla morsa di Vendola e Vendola deve sapere che non siamo disponibili a mediazioni che appaiono dei cedimenti».
Bersani lo ha permesso...È evidente che non possiamo andare, non tanto alle primarie ma alle elezioni, in questo modo, cioè con una connotazione tutta schiacciata a sinistra. Per vincere le elezioni bisogna posizionarsi sul profilo che Monti ha già tracciato sul piano interno e internazionale. Quelli che non condividono questo profilo non possono pretendere di condizionare la linea del Pd...
Lo hanno già fatto.Siamo già arrivati a un limite che può portare alla rottura. Bersani sta facendo l’impossibile per evitarlo.
La rottura del Pd o della coalizione?Della coalizione. Bersani vuole che il Pd non vada da solo. Finora ha dimostrato molta elasticità, però mi pare che anche la sua disponibilità sia messa a dura prova e in ogni caso è evidente che Vendola sta forzando troppo la situazione. E dunque mi pare che il Pd debba dire a Vendola che non possiamo seguirlo.
Il segretario ha dato la linea diverse volte.Non lo ha detto chiaramente, ma mi pare che anche nel discorso da Bettola ha ribadito qual è l’atteggiamento nei confronti del governo Monti, contraddicendo in parte il testo della carta d’intenti.
Ma come?Sì, certo... Bersani ha detto: "fidatevi del mio atteggiamento, del mio senso di responsabilità". Però ora deve preoccuparsi di vincere le elezioni.
Veltroni si ritira perché è fallito il Pd come lo aveva inteso?No, guardi, il suo discorso lo condivido, perché io mi sono ritirato ancora prima e altri lo faranno nelle prossime settimane. È un gesto di responsabilità: il ceto dirigente, al di là delle espressioni volgari della rottamazione, non può pensare di essere indispensabile. Una classe dirigente esce solo se viene messa alla prova.