giovedì 1 febbraio 2024
Dopo l'incontro a Bruxelles con la premier italiana, il presidente ungherese dice che «il sistema giudiziario è indipendente dal governo». Meloni: «Spero dimostri sua innocenza in un processo veloce»
Meloni e Orban

Meloni e Orban - ANSA

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«Ho fornito a Meloni tutti i dettagli del caso Ilaria Salis. Ho chiarito che nel sistema ungherese la magistratura non dipende dal governo ma dal parlamento. Il sistema giudiziario è totalmente indipendente dal governo. L'unica cosa che sono legittimato a fare è fornire i dettagli del suo trattamento in prigione ed esercitare un'influenza affinché abbia un equo trattamento». Il presidente dell'Ungheria risponde così ai cronisti che gli chiedono della cittadina italiana detenuta in Ungheria. Il primo ministro ungherese ha avuto un incontro in Hotel a Bruxelles con la premier Giorgia Meloni. «Tutti i diritti sono garantiti», ha assicurato Orban a proposito delle condizioni della detenuta italiana: «Ha potuto fare delle telefonate e non è stata isolata dal mondo».

E Giorgia Meloni concorda con l'amico ungherese: «Stiamo chiedendo di verificare il rispetto dei diritti», dice la premier italiana, ma «né io né Orban possiamo entrare oggi nel giudizio che compete la magistratura; posso solo sperare - auspica - che Ilaria Salis sia in grado di dimostrare la sua innocenza in un processo veloce». La premier, parlando al termine del vertice Ue, ha ribadito che «anche in Ungheria c'è l'autonomia dei giudici e i governi non entrano nei processi», ma «quello di cui ho parlato col primo ministro ungherese Orban» è «che venga riservato un trattamento di dignità, rispetto e un giusto processo per Ilaria Salis». E aggiunge: «Mi ha colpito che si sia aperta l'udienza e che sia stata rinviata a maggio, credo che su questo si possa fare qualcosa di più». E ha concluso dicendo di «sperare che Salis dimostri la sua estraneità da questa cosiddetta "banda del martello", ovviamente il governo e l'ambasciata garantirà tutta l'assistenza». Sulle immagini dell'imputata incatenata mani e piede si limita a dire che «è un trattamento riservato in diversi Stati occidentali, noi non lo facciamo».

La premier Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban si erano incontrati per un faccia a faccia notturno durato circa un'ora all'Hotel Amigo di Bruxelles alla vigilia del difficile Consiglio europeo straordinario. I due leader si erano già sentiti al telefono: nel corso della conversazione, Meloni aveva posto all'attenzione di Orban il caso di Ilaria Salis, la maestra milanese detenuta in Ungheria da circa un anno.

Sul caso era intervenuto ieri sera anche il ministro degli Esteri Tajani. «Noi ci siamo attivati e il ministro ungherese ha chiamato il procuratore chiedendo un rapporto, il procuratore è andato a trovarla e ha trovato Salis in condizioni negative - ha dichiarato Antonio Tajani a Porta a Porta - ora vedremo che accadrà. Oggi ci sono stati i genitori, continueranno le visite consolari, andrà l'ambasciatore, oggi è andata una psicologa. L'impegno del governo è il rispetto dei diritti della detenuta per di più in attesa di giudizio, lavoriamo perché ci sia rispetto della persona detenuta». ha concluso il vicepremier e ministro degli Esteri.

Se dovesse ottenere gli arresti domiciliari in Ungheria, il ministero della Giustizia italiano chederebbe che venissero applicati in Italia: «Non appena la misura cautelare disposta nei confronti di Ilaria dovesse essere sostituita con altra meno afflittiva - afferma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari - il ministero della Giustizia, ricevuta la necessaria documentazione da parte del corrispondente ministero ungherese, provvederà immediatamente a trasmettere il tutto all'autorità giudiziaria competente per il riconoscimento e l'esecuzione in Italia della misura applicata».

Il padre dell'insegnante italiana detenuta in Ungheria giudica il contatti della premier meloni con l'omologo ungherese «un'ottima notizia», dice Roberto Salis. Poi però annuncia querele contro il segretario della Lega Matteo Salvini - e non solo - per gli attacchi dei giorni scorsi contro la figlia: «Ci faremo dare opportuna procura da Ilaria perché, a seguito delle dichiarazione lesive della sua reputazione per quanto riguarda il presunto assalto al chiosco della Lega a Monza, abbiamo deciso di querelare Matteo Salvini per diffamazione». Inoltre, «in seguito all'ignobile attacco e all'imboscata della trasmissione Diario del giorno, la famiglia ha deciso di querelare anche Giuseppe Brindisi e Alessandro Sallusti per diffamazione».

A far capire qual è la disponibilità del governo di Budapest sul caso della detenuta italiana è un duro commento del portavoce di Orban: «Un attacco coordinato contro l'Ungheria da parte dei media di sinistra e delle organizzazioni per i diritti umani» scrive il portavoce del primo ministro ungherese Zoltan Kovacs in un post su X, che sottolinea come «i fatti vanno conosciuti» prima di «saltare a conclusioni premature».Il portavoce di Orban sottolina la conformità del sistema giudiziario e penitenziario di Budapest alle norme europee: «Le condizioni della detenzione della persona imputata sono in linea con gli standard europei, sia in termini di salute che di cure garantite», scrive Kovacs.

Sulle catene mani e piedi alla detenuta dice che «Ilaria Salis è stata condotta in tribunale bloccata, a questo punto i media di sinistra e le organizzazioni per i diritti umani non ci hanno visto più: deve essere stata detenuta in 'condizioni inumane' che vanno contro i 'diritti umani', hanno sentenziato i commentatori di sinistra. Certo in tribunale era bloccata e, sì, aveva trascorso 11 mesi in carcere; ma è inumano questo? No davvero», conclude il portavoce ungherese.





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