"Da quello che viene pubblicato sui giornali è di tutta evidenza" che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "è assolutamente fuori da qualsiasi responsabilità penale". Lo ha detto ai giornalisti il nuovo procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Antonio Laudati, riferendosi alla pubblicazione dei verbali di interrogatorio dell'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, relativi al giro di donne inviate nelle residenze private del premier. La dichiarazione fa seguito alla polemica scoppiata mercoledì, dopo la pubblicazione sul
Corriere della Sera e
La Stampa dei testi degli interrogatori di Tarantini, nei quali l’imprenditore sostiene di aver organizzato per lui una cena elettorale presso un ristorante di Bari. Interrogatori che fanno seguito alla cosiddetta "inchiesta di Bari": sei fascicoli distinti, seguiti da quattro pm: Giuseppe Scelsi, Roberto Rossi, Lorenzo Nicastro, Desiré Digeronimo. Fra i coinvolti spiccano due esponenti del Pd regionale: Sandro Frisullo, all’epoca vicepresidente della Regione e Alberto Tedesco, assessore regionale alla Sanità, ora senatore del Pd.Ieri il nuovo capo della procura barese, Antonio Laudati, nel giorno del suo insediamento, aveva peraltro sottolineato la delicatezza delle indagini e il «danno enorme» che deriva dalla pubblicazione di interrogatori. Quasi in contemporanea il pm Scelsi chiedeva alle giornaliste che hanno firmato gli articoli di produrre i verbali dell’interrogatorio per risalire al pubblico ufficiale che ha violato il segreto.
I contenuti degli interrogatori pubblicati. Da quanto pubblicato emergono i sistemi a base di sesso e cocaina con i quali Tarantini promuoveva gli interessi delle sue aziende (produttrici di protesi mediche) presso amministratori, manager pubblici, asl e amministrazioni locali. Interrogatori nei quali racconta (comprese date, luoghi, nome dei partecipanti) di diciotto occasioni in cui ha portato, amiche, prostitute d’alto bordo, donne dello spettacolo a feste e incontri con Silvio Berlusconi, pagando loro le spese per il disturbo e in alcuni casi forfait di mille euro in previsione di eventuali prestazioni sessuali. La conoscenza di Berlusconi sarebbe stata sfruttata da Tarantini anche per presentare Guido Bertolaso a un industriale interessato a lavorare per la Protezione civile.Nei verbali si parla, poi, di come Tarantini, per compiacere Frisullo, oltre a procuragli amiche, abbia organizzato e pagato una cena elettorale in favore di D’Alema nel 2007. Fra i partecipanti anche il sindaco di Bari Michele Emiliano e il vicecoordinatore regionale del Pd. Per tutta risposta Emiliano ha spiegato di essersi interessato di Tarantini nel 2001, quando era un magistrato della Direzione distrettuale antimafia, nell’ambito di un’inchiesta generata dagli interrogatori a Michele Di Cuonzo, dalla quale emerse «il meccanismo delittuoso che i Tarantini (anche il fratello Claudio) avevano messo a punto per promuovere il loro business». Poiché le vicende non riguardavano l’antimafia, Emiliano aveva trasmesso quel fascicolo alla procura competente. Lo stesso Emiliano, però, ha sostenuto la necessità che, come Frisullo, anche il senatore Tedesco «rifletta sulla prosecuzione del suo mandato parlamentare».Taglia corto Guido Bertolaso: «Tarantini mi ha portato un tal signor Intini, che avevo già conosciuto durante il governo Prodi perché mi era stato presentato, alla presenza di tale Roberto De Santis, che si presentò come amico dell’allora ministro degli Esteri, da quello che è ora l’onorevole Francesco Boccia. Come con Prodi anche con Berlusconi, questo Intini non ha venduto neanche un cerotto alla Protezione civile».Molte le reazioni politiche. Luigi Zanda del Pd chiede a Berlusconi di «chiarire se è ricattabile». Paolo Gentiloni gli chiede di togliere, almeno, il tricolore dalla sua residenza romana di Palazzo Grazioli. Il governatore della Puglia, Niki Vendola, ha invitato ad «attendere che la magistratura racconti tutta la verità».