Quello delle carceri sovraffollate, ormai oltre ogni limite immaginabile, è il più urgente dei tanti capitoli incompiuti del sistema giudiziario italiano. Il ministro Paola Severino è tornata sul concetto anche ieri a Bruxelles, dove si trovava per il Consiglio Giustizia dell’Ue, annunciando l’intenzione e la «speranza» di portare al Consiglio dei ministri di domani il suo "pacchetto" per decongestionare i penitenziari. Niente dettagli, ma è confermato che il piatto forte consisterà nelle misure alternative alla detenzione, come la possibilità di trascorrere ai domiciliari gli ultimi 18 mesi di pena che riguarderebbe più di tremila persone.Il piano del Guardasigilli sarà articolato: un decreto, per gli interventi più urgenti, e un disegno di legge per le misure strutturali. Severino non si sbilancia. Confida tuttavia la «grande sofferenza» personale provata anche ieri, dopo la notizia di due nuovi suicidi avvenuti dietro le sbarre che fanno salire a 64 i casi del 2011. A togliersi la vita, due detenuti stranieri, come riferiamo qui a fianco.«Il materiale è praticamente pronto, gli studi sono stati elaborati, bisogna solo trovare gli spazi, ma le idee ci sono», aggiunge il ministro, spiegando che tra i provvedimenti non ci sarà per ora il ricorso braccialetto elettronico per il controllo a distanza dei detenuti. Ma non è una bocciatura definitiva. «Il bracciale non è stato definitivamente accantonato, è solo un rinvio», precisa, perché sono in corso verifiche sulla «certezza dell’efficacia del suo funzionamento e sui suoi costi contenuti, che dovranno anzi essere inferiori a quelli della detenzione».La strada da seguire, conferma Severino, è quella delle «misure alternative per alleviare la situazione delle carceri, che mi sta molto a cuore – dice –. Ho visitato il carcere (lunedì scorso era al "Buoncammino" di Cagliari,
ndr) e so quanto dolore ci sia nell’espiazione e quanto sia difficile affrontare tutto questo».Pur non entrando nei particolari, la responsabile del ministero di via Arenula sottolinea che il pacchetto conterrà «i temi che ho trattato con le due commissioni Giustizia di Camera e Senato e che mi sembrano ampiamente condivisi, e quindi saranno quelli sui quali punterò tutta la mia attenzione. Quello che si può fare con una prospettiva immediata - assicura - lo si farà immediatamente».Da Bruxelles, dove con i colleghi europei ha approvato un accordo di massima per le successioni internazionali, Severino ribadisce anche che il governo Monti è determinato a portare avanti una riforma della giustizia, anche se invita a tenere in conto i limiti dovuti alla durata del suo mandato. «In un anno o poco più non è certo possibile rivoluzionare il mondo della giustizia», osserva.Per quanto riguarda, invece, il nodo delle liberalizzazione delle professioni, lei che oltre ad essere ministro è anche avvocato, risponde che la soluzione migliore è nell’equilibrio. «In questo, come in altri campi, un equilibrio tra un eccesso di regolamentazione e un eccesso di deregolamentazione è la soluzione migliore. Dobbiamo trovare una soluzione equilibrata», è il suo suggerimento.