Ed è proprio grazie all'impegno, la competenza e il sacrificio dei suoi uomini, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che si è riusciti ad individuare questo enorme sito di smaltimento illegale all'interno dell'area dell'ex Pozzi, area industriale attiva, in varie forme, fino a pochi anni fa.
Si è partiti da segnalazioni di cittadini e comitati, e poi si sono incrociati i dati delle aerofotogrammetrie con le analisi sul magnetismo del terreno, riscontrando anomalie e distonie. Sono così partiti gli scavi, lunghe trincee a maglia, perché per ora non si può scavare tutto ma solo a campione. Si scende fino a 7-9 metri, perché oltre c'è lo zoccolo di tufo. E ovunque si trova tantissima roba.
"Sono usciti fuori rifiuti speciali, non sappiamo ancora se pericolosi o no, ma sicuramente qui non dovevano esserci. Comunque rifiuti di origine locale", sottolinea Costa. Sicuramente ci sono vernici, solventi, resine, "terre esauste" da lavorazioni di vernici che cambiano colore appenna dissotterrate e a contatto con l'aria.
E non solo l'odore lo conferma perché anche gli strumenti dei vigili del fuoco segnalano alte concentrazioni di inquinanti nell'aria. Gli scavi andranno avanti per un mese, cercando soprattutto contenitori coi nomi delle aziende "per risalire alla filiera criminale che ha usato questi materiali e poi li ha smaltiti illegalmente", spiega ancora il comandante.
Già dei nomi sono usciti e gli investigatori cominciano ad avere le idee chiare. L'ipotesi di reato è di disastro ambientale, si vedrà se applicare la nuova legge sugli ecoreati, ma è molto probabile che possano scattare presto degli arresti, perché non è credibile che sia stato possibile scaricare per decenni senza che nessuno vedesse o intervenisse. Complicità ci sono state sicuramente.
Intanto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti ha convocato per domani un vertice a Roma con gli investigatori del Corpo forestale e dei Carabinieri per fare il punto su questo nuovo-vecchio disastro.