venerdì 11 febbraio 2011
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Alla luce del parere espresso dalla commissione Bilancio di Montecitorio e della relativa unica osservazione fornita, nonchè della relazione tecnica predisposta dalla Ragioneria Generale dello Stato, è evidente che o il 17 di marzo andiamo tutti a lavorare oppure la legge in oggetto è priva di copertura ed è quindi incostituzionale ex articolo 81 della Costituzione". Lo afferma il ministro per la Semplificazione normativa, e coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli."Ritengo - spiega l'esponente leghista - sia utile che tutti vadano a leggersi il parere espresso in proposito dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati in relazione alla conversione del decreto legge n.64 del 2010, dove si esprime parere favorevole ma con un'unica osservazione dove è scritto: 'Si valuti l'opportunità di precisare che la festa nazionale per la celebrazione del 150/mo anniversario della proclamazione dell'Unità d'Italia non determina gli effetti civili di cui alla legge n 260 del 1949 e che di ciò occorre tenere conto in sede di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui al comma 3 dell'articolo 7 bis'"."Come ho già spiegato nei giorni scorsi - ribadisce - sono e resto contrario al fatto che l'attribuzione delle caratteristiche di festività nazionale, conferita alla data del 17 di marzo, comporti la chiusura di molti uffici pubblici, per le ragioni che ho già spiegato ovvero che in un periodo di crisi come quello attuale non mi pare opportuno caricarsi dei costi di una giornata festiva che avrebbe sicuramente ricadute sul settore privato, oltre alle possibilità di estendersi ad un 'ponte' che si verrebbero a creare conseguentemente". "E ribadisco - dice ancora Calderoli - che un evento significativo quale il 150esimo dell'Unità d'Italia può essere celebrato degnamente lavorando o andando a scuola e non restando a casa".
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