«Serve una scossa alla nostra gente». Adriano ha quattordici anni, ma le idee chiare. Insieme ad altri trentanove ragazzi fino a diciannove anni hanno fondato domenica scorsa a Caivano un movimento, “I giovani della speranza”. La ragione del nome? «La speranza è l’unica cosa che ci resta», spiega Clemy, che di anni ne ha sedici.
Hanno obiettivi chiari: «Vogliamo combattere i rifiuti tossici, la camorra, l’illegalità», dice ancora Clemy. «L’omertà ultimamente sta aumentando molto», aggiunge di nuovo Adriano: «Era arrivato il momento che ci mettessimo anche noi la faccia». Muoiono «tanti bambini in Terra dei fuochi, la nostra terra», continua Francesco, diciotto anni. Ed è come se «ogni bambino che muore fosse nostro fratello – dice Antonella, quindicenne -, allora iniziamo a sentirci male, poi però ci viene quella spinta che ci dice che vogliamo giustizia».
Come combattere? «Protestare, denunciare – è Adriano a farel’elenco di quanto metteranno in campo –, vogliamo sensibilizzare le persone, seminare qualcosa nel loro cuore». È «il riscatto per noi giovani», spiega Antonella...