martedì 8 settembre 2009
Dopo quelle de il Giornale, ora arrivano anche le falsificazioni del settimanale Chi. Il direttore della rivista, Alfonso Signorini, nel pomeriggio ha rilasciato alle agenzie di stampa ampi stralci di una presunta intervista rilasciata da Boffo, e in realtà mai avvenuta. Come peraltro confermato da testimoni.
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    Sul "caso" dell'ex direttore di Avvenire Dino Boffo, dopo quelle de il Giornale, ora arrivano anche le invenzioni del settimanale Chi, che nel pomeriggio ha rilasciato alle agenzie di stampa ampi stralci di una presunta intervista rilasciata da Boffo al direttore della rivista, Alfonso Signorini, e in realtà mai avvenuta. "Venerdì 4 settembre - ha chiarito lo stesso Boffo - dietro sua insistenza, ho accettato di parlare al telefono con il direttore Signorini dal quale nei giorni precedenti era venuta una singolare dichiarazione di solidarietà e per questo mi disse che era stato richiamato dal suo editore"."Immediatamente - ha proseguito l'ex direttore di Avvenire - precisai che se mai avessi deciso di parlare con qualche giornale non avrei certo potuto farlo con una testata riconducibile al gruppo che mi aveva massacrato. Egli insisteva per avere elementi onde fare un servizio di 'riparazione' e io gli dissi che poteva rivolgersi a chiunque del suo mondo mi conoscesse o del mio mondo che lui conosce".Insomma, si è sfogato Boffo, "quelle che mi si attribuiscono sono dichiarazioni semplicemente grottesche sull'attendibilità delle quali ognuno può giudicare da sé". "Vorrei solo ricordare - ha puntualizzato ancora - che l'atto temerario condotto da Feltri-Sallusti ha preso le mosse per loro dichiarazione da quanto scritto su Avvenire".Negli stralci della falsa intervista venivano attribuiti a Boffo giudizi politici e considerazioni personali di vario genere.La conferma della versione di Boffo. A conferma della versione di Boffo, peraltro, si aggiunge quella di Mirella Poggialini - critico tv di Avvenire che firma una rubrica su un altro settimanale diretto da Signorini, Sorrisi -: «Venerdì 4 settembre Signorini mi ha chiamato e mi ha chiesto con insistenza di far avere il suo numero privato al direttore Boffo poiché voleva parlare con lui e non riusciva a contattarlo. Non avendo il numero del direttore, ho comunicato il cellulare di Signorini alla segreteria di Avvenire chiedendole di fare da tramite e comunicare al dottor Boffo che Signorini voleva parlargli"."Il giorno seguente - continua la Poggialini - sono stata chiamata dal giornalista don Di Giacomo per un giudizio sulla personalità del direttore, per un pezzo da pubblicare su Chi. Ho chiesto allora conferma al direttore Signorini, che mi ha confermato la cosa, affermando di aver parlato con il dottor Boffo, che aveva rifiutato l'intervista".
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