Blitz antidroga a Milano. Ventidue gli arresti tra i quali, in un'insolita alleanza “rossonerazzurra”, il capo degli ultras della “Curva Sud” del Milano e il capo degli steward dell'Inter dello stadio Meazza. I poliziotti della Squadra investigativa del Commissariato Centro della Questura di Milano, diretto da Ivo Morelli, hanno eseguito l'ordinanza emessa dal Tribunale al termine di un'indagine iniziata nel 2016. Secondo l'accusa, il milanista Luca Lucci, usava la sede dell'associazione “Il Clan” in via Sacco e Vanzetti a Sesto San Giovanni come base per il traffico di droga. Un luogo in cui di solito si riunisce la curva sud rossonera per questioni calcistiche e che era diventato la base d'arrivo di grossi carichi. La polizia è riuscita ad intercettare un tir con un carico di 250 chili tra hashish e marijuana arrivato dall'Albania e diretto nella città alle porte di Milano: almeno 3 i box dove avveniva lo stoccaggio.
Il capo ultras, già noto agli inquirenti per Daspo sportivi e pestaggi, si ipotizza la portasse poi nella sede dell'associazione. Non è stata documentata invece un'attività di spaccio diretta allo stadio di San Siro, ma l'ipotesi - stando a quanto riferito dagli agenti - non è esclusa. Era invece Massimo Mandelli, uno dei responsabili degli steward volontari dell'Inter, sempre secondo la ricostruzione della polizia, il collegamento, tra il canale di approvvigionamento albanese presso cui si riforniva Lucci, e quello italiano di cui era a capo Luca Boscherino, 33 anni, di Vibo Valentia. Mandella si sarebbe rifornito infatti sia dagli albanesi che dai calabresi, sebbene fra le due organizzazioni non ci fosse una connessione in termini di affari. Al momento 2 persone, i capi clan del filone albanese, sono ricercate, mentre per gli altri - tutti italiani, tranne un romeno - l'ordinanza cautelare è stata eseguita. Quasi 600 i chili di droga sequestrati.
Tutto nasce dall'arresto di un uomo trovato con mezzo chilo di marijuana e diversi cellulari. Proprio quei telefoni si sono rivelati una miniera d'oro di contatti e messaggi usati per concordare luoghi e modalità dello smercio. «Milano è la più grande piazza d'Europa», ha precisato il procuratore aggiunto della metropoli, Laura Pedio. Le intercettazioni - alcune delle quali abbastanza esplicite come una in cui un indagato diceva all'altro «Ciao amore, domani alle 3» - hanno portato ad un primo grosso sequestro: 120 chili di hashish e 6 chili di cocaina pura all'80% per un valore di mezzo milione di euro e 15mila euro in contanti. La droga proveniva da Spagna, Sud America e Calabria, precisamente dal porto di Gioia Tauro. Fra le grosse piazze di spaccio direttamente
interessate c'era quella del quartiere Baggio, periferia sud del capoluogo lombardo.