lunedì 18 luglio 2011
Berlusconi è salito al Quirinale per riferire a Napolitano sul dopo manovra, sulla situazione economica e sul "nodo" Alfano. Il Capo dello Stato invita tutti a confrontarsi sul merito. Intanto il Pd presenta la sua proposta per tagliare i costi della politica.
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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta, ha incontrato per un colloquio il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale. L'incontro, durato un'ora, non è stato seguito da dichiarazioni. Secondo quanto scritto dai quotidiani, il colloquio sarebbe stato chiesto al Quirinale ieri sera da Letta. Secondo i giornali al centro dell'incontro ci sarebbero dovuti essere la situazione economica ed eventuali ulteriori misure che il governo avrebbe allo studio per fronteggiare la crisi e la sostituzione di Angelino Alfano al ministero della Giustizia dopo che l'esponente è stato eletto segretario del Pdl.Berlusconi ha cambiato di conseguenza i propri impegni che lo volevano questa mattina presente a una udienza del processo Mills, dove è imputato per corruzione in atti giudiziari, presso il Tribunale di Milano. Resta la situazione economica la priorità su cui agire, secondo il presidente Napolitano. È stata infatti pubblicata ieri dal "Sole 24 ore" una lettera del capo dello Stato indirizzata al direttore Roberto Napoletano: "Ho letto i "Nove impegni per la crescita" apparsi sul "Sole 24 Ore", e sono lieto di esprimerle il mio apprezzamento per il metodo che il suo giornale suggerisce, e per il contributo che offre, rispetto ai più scottanti temi economici del momento".Prosegue Napolitano: "Il metodo è quello del confrontarsi - partendo dalle recenti decisioni del Parlamento, già oggetto di ampia informazione e approfonditi commenti sul 'Sole 24 Orè - su concrete proposte e opzioni che diano sostanza al discorso talvolta generico sulla necessità di combinare rigore nella finanza pubblica e rilancio dello sviluppo". Il capo dello Stato auspica che "l'importante sarebbe che ciascun soggetto politico o sociale si esprimesse, in questa fase, in termini puntuali (e, perchè no?, quantificabili) sul da farsi, e che così emergesse ogni possibile condivisione".In serata è previsto un vertice di maggioranza a cui parteciperà il leader della Lega Umberto Bossi. Nella riunione si discuterà del rimpasto di governo (il Carroccio propone come ministro della Giustizia Enrico La Loggia, presidente della Bicamerale per il federalismo) e del voto, previsto mercoledì a Montecitorio, sulla richiesta di arresto di Alfonso Papa, deputato del Pdl.Venerdì scorso, in occasione dell'approvazione della manovra economica alla Camera, Berlusconi è tornato a parlare dei problemi della giustizia come priorità dell'attività di governo e si è espresso contro l'arresto di Papa, accusato di rivelazione di segreti giudiziari relativi alle indagini della Procura di Napoli sulla cosiddetta P4.«Penso che la Lega voterà per il suo arresto», ha dichiarato ieri sera Bossi nel corso di una festa del Carroccio che si svolgeva a Podenzano. Ma poi ha aggiunto: «Abbiamo lasciato passare la richiesta della sinistra, però qualche dubbio ce l'ho. Bisogna lasciare alla magistratura la possibilità di indagare ma mai manette senza aver fatto prima il processo. Attenti a scelte sbagliate».Il leader della Lega si è detto inoltre dubbioso sulle prospettive dell'esecutivo: «Il governo non so se durerà fino al 2013. Non sono mica un mago. E vedremo se alle prossime elezioni faremo ancora un accordo con Berlusconi o se andremo soli».I COSTI DELLA POLITICA: LA PROPOSTA DEL PDIl Pd ha presentato una serie di proposte sul taglio ai costi della politica. Si va dalla riduzione del numero dei parlamentari, all'adeguamento degli stipendi con quelli degli altri paesi Ue, al calcolo delle pensioni (o meglio vitalizi) "riportandoli al sistema previdenziale in vigore per tutti gli altri cittadini iscritti all'Inps", si spiega in una nota. Inoltre, "con gli emendamenti alla manovra proposti ancheinsieme a Idv e a Udc, il Pd punta ad alcune riforme capaci di dare un contributo importante al contenimento della spesa pubblica". Tra queste la riduzione del numero delle province con l'accorpamento di quelle sotto i 500.000 abitanti che porterebbe di fatto "ad undimezzamento delle attuali province".
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