sabato 14 maggio 2011
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«Ho sentito da una radio di sinistra una storiel­la: 'C’era una volta un tiranno in Italia, un despota cattivo cattivo cattivo, che aveva dei gior­nali, delle tv, una squadra di calcio'... E adesso? E adesso - aizza compia­ciuto la folla - c’è ancora!». Berlu­sconi lancia da Napoli l’ultimo urlo di guerra contro la sinistra prima del voto: «È impossibile votare per loro, non hanno vergogna a ripresentar­si, non fanno e non fanno fare, sono cattivi, godono del male e dell’odio». Di fronte il premier ha duemila fan partenopei assiepati nel padiglione 6 della Mostra d’Oltremare. Per arri­vare ha superato i resti dei roghi di rifiuti appiccati nella notte. «Colpa loro, sono degli incapaci, io avevo ri­solto tutto in 58 giorni... È una scon­cezza».L’affondo è contro Iervolino e Bassolino, ma nella testa ha anche Milano, la sfida tra Moratti e Pisapia («amico dei facinorosi»), e gli altri 12 milioni di italiani che andranno al­le urne tra domani e dopodomani. Così spinge sulle parole della disce­sa in campo («libertà dai comunisti, sono ancora loro, quelli di venti anni fa..»), e nella hit pa­rade delle riforme da fare subito dopo le amministrative fa salire quella del fisco al secondo posto, dietro la giustizia (e le intercettazioni), e davanti a quella del­le istituzioni. Poi, in serata, da Latina, farà l’annuncio choc: finché ci sa­ranno le trasmissioni di Santoro e Floris «non pago più il canone». I suoi sostenitori napoletani, per en­trare, devono farsi spazio in uno stretto corridoio creato dagli agenti per dividerli dai 150 contestatori dei centri sociali e dei comitati anti-di­scariche. Dentro cantano in dialet­to «Meno male che Silvio c’è». Di­versi gruppetti hanno in mano un cartello: «La casa è tutto». Il premier coglie la loro richiesta, e conferma: «Faremo un decreto che sospende gli abbattimenti si­no a fine anno, poi valuteremo caso per caso, ma non toglie­remo la casa a chi si ritroverebbe in mez­zo a una strada». Il candidato a sindaco Lettieri - che nella sua compilation e­lettorale mette an­che Pino Daniele, cantante con sim­patie a sinistra - gli chiede due, tre volte una legge speciale per sanare i conti. Lui non risponde, ma gli fa una contro-promessa: «Fin quando ci sarà un solo sacchetto a terra non pagherete la Tarsu». È il colpo a sor­presa annunciato da ieri.Il finale è un estremo richiamo a convincere chi ha perso la voglia di votare. «Dite a tutti che i media di si­nistra raccontano menzogne. Le ul­time puntate di Ballarò e Annozero sono state scandalose, in nessun Paese al mondo la tv pubblica arri­va a tanto. E oggi il giornale del tes­serato numero uno del Pd (si riferi­sce e De Benedetti e a 'la Repubbli­ca', ndr ) ha scritto che sono come Hitler...». Vincere a Napoli e a Milano - con­fessa - significa far andare avanti il governo e «le riforme che manca­no», finora bloccate da Fini e Casi­ni. Conferma che la maggioranza crescerà ancora, annuncia gli ingressi nell’esecutivo di Galati e Pio­nati, ma nega che i responsabili sia­no stati 'acquistati'. L’unico velato accenno al Colle è quando dice che «solo tre nuovi sottosegretari» non venivano dalla maggioranza del 2008. Poi l’assalto ai pm - in parti­colare a Magistratura democratica, «corrente-partito» che si sarebbe presa la «sovranità» - e alla «peggio­re opposizione d’Europa».
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