martedì 15 febbraio 2011
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Non ci sarà, nemmeno in futuro, una riunificazione del procedimento a carico di Silvio Berlusconi con quello che vede coinvolti Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. È quanto affermano fonti della procura di Milano, dopo il 'via libera' al giudizio immediato per il premier deciso dal gip Cristina Di Censo."I tempi del rito immediato e quelli del rito ordinario sono troppo diversi" dicono gli inquirenti. Il processo al premier per concussione e prostituzione minorile inizierà il prossimo 6 aprile. Per Mora, Fede e Minetti indagati per favoreggiamento della prostituzione, infatti, l'inchiesta sarà chiusa nei prossimi giorni. Dalla chiusura delle indagini e la messa a disposizione degli atti dovranno passare almeno altri 20 giorni prima di formulare la richiesta di rinvio a giudizio che sarà esaminata dal gup non prima di giugno.NESSUN SCAMBIO DI DOCUMENTI TRA PROCURA DI ROMA E MILANOAlla Procura di Roma non è giunto da Milano alcun documento riguardante le presunte feste avvenute nel castello della Crescenza alle porte della Capitale. La precisazione è del procuratore di Roma Giovanni Ferrara il quale, allo stato, smentisce "nel modo più chiaro" qualsiasi contatto con la Procura di Milano circa un possibile stralcio degli atti della loro indagine riguardante le feste con Silvio Berlusconi."Se si vogliono avere notizie in proposito - ha detto Ferrara - bisogna chiederle ai giornalisti. Noi allo stato non abbiamo ricevuto nulla".Sul fatto c'è stato in mattinata uno scambio di telefonate tra i vertici delle due Procure. È stato così confermato che allo stato non c'è alcuna situazione che possa determinare il trasferimento di atti giudiziari da Milano a Roma: "A Milano - ha detto il procuratore Giovanni Ferrara- non hanno mai pensato di doverci mandare degli atti e noi a loro non dobbiamo chiedere nulla".
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