venerdì 8 luglio 2011
Il premier rimprovera al ministro di essere «l'unico a non fare gioco di squadra», poi lo incontra a pranzo e chiarisce tutto: il decreto sarà approvato presto. E spunta un tesoretto da 5,8 miliardi.
- Draghi: manovra passo importante. Anche Moody's la promuove
- Formigoni e Alemanno: «Candidato premier uscirà da primarie». Alfano: «Avremo ancora bisogno di Berlusconi» 
- Il premier: potremmo reintrodurre la norma blocca-risarcimenti
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Dopo le tensioni degli ultimi giorni attorno ai contenuti della manovra economica, Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti si sono visti a pranzo. Un colloquio chiarificatore, dopo che in un'intervista a Repubblica il premier aveva rimproverato a Tremonti di "non fare gioco di squadra", ma necessario anche per mettere a punto l'agenda politica delle prossime settimane. L'incontro si è concluso ddopo meno di un'ora, intorno alle 15.30: al termine Tremonti se ne è andato senza rilasciare dichiarazioni. Più tardi Palazzo Chigi ha spiegato che "è stato fatto il punto su tutti i problemi più attuali, a cominciare dalla manovra per la continuazione e il rafforzamento dell'azione di Governo. Il Presidente Berlusconi ha ribadito la volontà del governo italiano di raggiungere il pareggio di bilancio per il 2014, in linea con gli impegni assunti a livello europeo. Il decreto legge sulla manovra sarà approvato prima dell'estate".Intanto spunta un fondo-tesoretto da 5,8 miliardi nel decreto della manovra. Le risorse, raccolte con gli interventi del decreto che hanno effetto sul 2012, vengono appostate nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica per finanziare misure che saranno adottate ad ottobre con la prossima legge di Stabilità (la nuova Finanziaria). Tra i possibili utilizzi del Fondo Ispe - inserito nel capitolo "sviluppo" della manovra - ci sono anche, come prevede la Finanziaria 2005 che lo istuì, "interventi volti alla riduzione della pressione fiscale"."NEL 2013 NON MI RICANDIDO"«Alle prossime elezioni non sarò io il candidato premier». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato da Repubblica, annuncia che nel 2013 il centrodestra candiderà Angelino Alfano a Palazzo Chigi e sosterrà Gianni Letta al Quirinale, definisce «solidissima» l'alleanza con la Lega, rimprovera a Tremonti di essere «l'unico a non fare gioco di squadra», attribuisce la paternità della norma "salva-Fininvest" al ministro dell'Economia e al Guardasigilli, esclude l'ipotesi di un governo tecnico, attacca «il partito dei giudici che si sta preparando all'appuntamento elettorale del 2013» e si dice convinto che le inchieste che lo riguardano «finiranno nel nulla».Alle prossime politiche, dichiara Berlusconi, «il candidato premier del centrodestra sarà Alfano. Io, se potessi, lascerei già ora. Non mi dimetto - sottolinea - però verrebbe voglia». «Credo che siano tutti d'accordo. Io farò la campagna elettorale e aiuterò Angelino. Farò il "padre nobile". Cercherò di costruire il Ppe in Italia, ma a 77 anni non posso più fare il presidente del Consiglio». Il Colle, prosegue il Cavaliere, «non è per me. Al Quirinale ci andrà Gianni Letta. È la persona più adatta e ha ottimi rapporti anche con il centrosinistra. Avrebbe anche i loro voti».«L'intesa con Bossi è solidissima, e ho un buon rapporto anche con Maroni e Calderoli», assicura Berlusconi. I movimenti all'interno del Carroccio dipendono dalle «nuove generazioni». «È giusto. Capiscono che io e Umberto prima o poi dobbiamo essere sostituiti. E si preparano», afferma il premier. «Con una piccola differenza rispetto al Pdl: ci sono tanti giovani di valore come Reguzzoni o Cota, ma non hanno ancora trovato il successore di Bossi».Per Berlusconi «non c'é alcuna possibilità che nasca un esecutivo tecnico». «Anche i leghisti, dove vuole che vadano? Tutti quelli che si staccano - sottolinea - fanno una brutta fine. Pensate a Fini e Casini. Quelli del Fli ormai sono inesistenti. Il loro progetto politico, una volta fallito l'assalto del 14 dicembre, è il nulla». Quanto al leader dell'Udc, «ha due possibilità: o va da solo come Terzo polo o, come penso, farà un patto di apparentamento con noi quando saprà che il candidato premier non sono io», afferma. «A sinistra non può andare perché altrimenti perde i due terzi dei suoi elettori. E la legge elettorale resta questa. Non se ne esce».Poco lusinghiere le parole di Berlusconi sul ministro dell'Economia. «Lui pensa di essere un genio e crede che tutti gli altri siano dei cretini. Lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così, ma è l'unico che non fa gioco di squadra», dichiara. «Alla fine non può fare niente. Anche lui: dove va? Anche nella Lega hanno un po' preso le distanze». Sul termine con cui Tremonti ha apostrofato il ministro per la Pubblica amministrazione, «quel "cretino" è emblematico: Brunetta, giustamente, parlava ai nostri elettori, lui invece parla solo ai mercati».Berlusconi attribuisce la paternità della norma al ministro dell'Economia e al Guardasigilli. «Hanno fatto tutto Tremonti e Alfano. Io nemmeno la volevo - afferma - ma resto dell'idea che sia un provvedimento sacrosanto». Per questo «la riproporremo in Parlamento». Il Cavaliere smentisce che la norma sia stata fatta per la Fininvest, «anche perché, ne sono sicuro, i cinque magistrati della Cassazione ribalteranno il verdetto».Sulle inchieste che lo riguardano e che vedono coinvolti esponenti del suo governo, per Berlusconi «la verità é che il partito dei giudici si sta preparando alle prossime elezioni. Tutti cercano dei meriti per farsi candidare. La loro é semplice invidia sociale». L'inchiesta sulla P4 «è solo fango e finirà nel nulla. Io poi in quell'inchiesta non sono proprio entrato. Quel Bisignani non l'ho mai conosciuto», e «sul dottor Letta posso mettere la mano sul fuoco». Quanto all'ipotetica struttura Delta, «se fosse vero, sarebbe una struttura di coglioni», dice il premier. «Non hanno condizionato un bel nulla, la Rai ci è sempre stata contro. Le sembra che siamo mai riusciti a farci fare un favore dalla Rai? Nel Cda poi... meglio che non parlo».
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