La leader Cisl Annamaria Furlan
«Mai come in questo momento servono proposte credibili, bisogna dire la verità agli italiani». Anna Maria Furlan tira le orecchie ai partiti per i 'fuochi artificiali' sparati in avvio della campagna elettorale perché, osserva, «se la somma delle proposte avanzate costa circa 300 miliardi è evidente che c’è qualcosa che non va».
Incalzata dalle domande del direttore di AvvenireMarco Tarquinio, che ricorda i moniti del presidente della Cei Gualtiero Bassetti e del capo dello Stato Sergio Mattarella contro la fiera delle promesse irrealizzabili, la segretaria generale della Cisl non si tira certo indietro: basta «con i numeri dati come a tombola» e «basta con il dilettantismo » e le proposte «cangianti da un giorno all’altro». Agli elettori bisogna «dire come stanno le cose e cosa si vuole fare per cambiarle in meglio».
È un proposito al quale lo stesso sindacato di via Po ha cercato di attenersi presentando ieri a Roma la sue proposte su Europa, lavoro, fisco e welfare. Un documento di 23 pagine con il quale la Cisl chiama le forze politiche a confrontarsi sui problemi concreti e uscire da un confronto basato su polemiche e speculazioni.
Nell’intervista pubblica all’auditorium del sindacato, Furlan ha rilanciato il valore dei corpi sociali intermedi e della concertazione («una bella parola che permette di portare a casa risultati») così come l’idea di un’Europa più unita e che metta al centro i diritti sociali e la dignità dell’uomo. «Non basta dire no all’uscita dall’euro », bisogna anche dire no al modello xenofobo e alle tentazioni sovranistiche e nazionalistiche riaffiorate soprattutto nei Paesi orientali dell’Unione. Mentre sul piano interno «mettere all’angolo le parti sociali non mi sembra che abbia portato benissimo», ha affermato citando come caso negativo la 'Buona scuola', mentre il recente confronto sulle pensioni ha permesso di «tutelare meglio 15 categorie di lavoratori».
L’Europa poi, secondo Furlan, deve diventare anche la nuova arena contrattuale per il sindacato, con un salto dimensionale che permetta di fermare «il dumping sociale sui diritti e sul costo del lavoro» praticato da grandi gruppi come Amazon e Ryanair, il luogo dove regolare «le tutele fondamentali e inderogabili». Cruciale, secondo la Cisl, il tema delle tasse. «Il 2018 dev’essere l’anno del fisco», ha detto la Furlan rimarcando a proposito di flat tax come la progressività del prelievo sia scritta nella Costituzione. L’obiettivo è alleggerire il carico su lavoratori, pensionati e imprese mentre nel mirino devono finire la rendita, la finanza e i grandi patrimoni: «Ci serve un sistema fiscale amico del lavoro» e «più attenzione alla legalità, alla lotta all’evasione e alla corruzione», argomenti dei quali «si parla troppo poco».
Per i giovani e per il lavoro la segretaria della Cisl batte soprattutto sui tasti dell’alternanza scuola-impresa, dell’apprendistato e della formazione continua, mentre un intervento sul cuneo fiscale deve rendere strutturalmente più competitivo il lavoro stabile e contrastare il precariato, in un mercato del lavoro dove la carenza delle politiche attive resta un handicap decisivo. Ultimo ma non meno importante il tema della famiglia e del contrasto al declino demografico. «Serve un patto per la natalità tra associazioni, forze sociali e istituzioni», per rilanciare la famiglia come elemento di «speranza nel futuro». Agendo in tre direzioni, afferma Furlan: sostegno fiscale, rafforzamento dei servizi e contrattazione, rafforzando un welfare aziendale che privilegi «i buoni per l’asilo nido», piuttosto che quelli «per la palestra».
I PUNTI
Salari, tasse e lavoro. Le richieste del sindacato
Bonus a lavoratori, assegno a famiglie
Il bonus degli 80 euro va esteso a tutti i lavoratori e pensionati fino a 40mila euro di reddito per rilanciare i consumi e l’economia. Un nuovo assegno familiare deve sostenere la famiglia e la natalità.
I fondi? Da patrimoni ed evasione
Per finanziare le due proposte per la Cisl va introdotta una imposta crescente sulle grandi ricchezze immobiliari e finanziarie, che escluda la casa di proprietà e i titoli di stato. Altre coperture devono arrivare dalla lotta all’evasione e dalla revisione delle tax expenditures.
Stop al dumping sui contratti
Allarme per la proliferazione di contratti firmati da sindacati non rappresentativi e che spesso prevedono salari e trattamenti non dignitosi. Servono regole sulla rappresentatività anche delle parti datoriali.
Ma no al salario minimo
I minimi salariali indicati dai contratti nazionali dovranno coprire tutti i lavoratori mentre l’introduzione di un salario minino per legge rischia di impoverire parte dei lavoratori finendo per sostituirsi ai contratti, che oltre al salario danno coperture previdenziali e sanitarie.
Puntare su formazione e istruzione
Serve un forte investimento sui servizi di orientamento, l’istruzione e la formazione continua per aumentare le competenze e agevolare l’occupazione di qualità.