martedì 8 febbraio 2011
Mercoledì pomeriggio si terrà un momento di preghiera presieduto dal cardinale Vallini. Il sindaco della capitale proclama il lutto cittadino e chiede poteri speciali oltre a nuovi finanziamenti per risolvere la questione nomadi: sarebbero 18mila quelli che vivono a Roma, tra stranieri e italiani. Iscritti nel registro degli indagati per abbandono di minori i genitori delle quattro piccole vittime dell'incendio.
- SECONDO NOI: I conti non tornano
- REPORTAGE: Benvenuti a Tor di Quinto la Roma degli “invisibili”
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BIMBI ROM: INDAGATI I GENITORISono stati iscritti nel registro degli indagati, per abbandono di minori, i genitori dei quattro bimbi rom morti a Roma nell'incendio scoppiato domenica sera in un accampamento abusivo nei pressi di via Appia Nuova. A procedere alle iscrizioni è stato il pm Maria Cristina Palaia, titolare degli accertamentiLA VEGLIA DI PREGHIERA Sarà il cardinale vicario Agostino Vallini a presiedere domani alle 17.30 nella basilica di Santa Maria in Trastevere, la veglia di preghiera diocesana per i piccoli rom deceduti. Sarà il cardinale vicario Agostino Vallini a presiedere domani alle 17.30 nella basilica di Santa Maria in Trastevere, la veglia di preghiera diocesana per i piccoli rom deceduti nella sera di domenica 6 febbraio a seguito dell'incendio divampato nell'accampamento abusivo in cui vivevano, sulla via Appia Nuova.Nella giornata di lutto cittadino voluta dal sindaco Gianni Alemanno, tutta la diocesi di Roma si ritroverà nella chiesa madre della Comunità di Sant'Egidio, che da 43 anni è impegnata nell'assistenza ai poveri e agli emarginati, per pregare insieme ai Rom e ai Sinti della Capitale. Sebastian, Patrizia, Fernando e Raul, le quattro vittime del rogo, ma anche le loro famiglie, devastate dalla tragedia di domenica scorsa. Ci saranno anzitutto loro al centro della liturgia guidata dal cardinale, e con loro anche le tante famiglie rom della Capitale, alle quali va la solidarietà e la vicinanza nella preghiera di tutta la comunità ecclesiale diocesana.ALEMANNO: ATTIVARE SOLUZIONI DI EMERGENZALa tragedia dei quattro bimbi rom morti Roma è parte di "una vera emergenza" che va fronteggiata "con la massima mobilitazione di tutte le istituzioni in un quandro di effettivi interventi di Protezione civile". Lo dice Gianni Alemanno, sindaco della Capitale. Occorre "portare a termine il piano nomadi predisposto dal Prefetto di Roma", un piano - ricorda - "spesso ostacolato perchè offriva ai nomadi e ai senza fissa dimora 'solò campi attrezzati fatti di unità abitative prefabbricate", ma "l'alternativa sono gli infernali micro campi abusivi privi di ogni sicurezza". In secondo luogo, superata la chiusura dei campi abusivi, occorre "aprire subito da 3 a 5 nuovi campi autorizzati, superando vincoli burocratici, veti giudiziari e amministrativi, opposizioni preconcette di Amministrazioni locali e di comitati di protesta". al Prefetto, ribadisce Alemanno, servono "nuovi poteri speciali" e soprattutto "nuovi finanziamenti per portare a termine questo programma entro l'anno". Per chiudere i micro campi, inoltre, il sindaco chiede l'attivazione di "soluzioni di emergenza" con l'autorizzazione della Protezione civile per "requisire caserme dismesse ed altre strutture in disuso ma abitabili e allestire tendopoli organizzate e controllate".  Infine il primo cittadino di Roma sottolinea la necessità di allestire "presidi socio educativi dentro i campi autorizzati, offrendo occasioni di formazione e lavoro, assicurando la scolarizzazione dei minori e il loro affido se le famiglie di provenienza non garantiscono la loro effettiva tutela".MORTI CHE GRIDANODue gerbere, una rossa e una arancione. Una mano pietosa li ha incastrate nella recinzione del campo dove, domenica notte, un rogo brutale ha strappato a una vita di miseria quattro fratellini. Ora la scientifica raccoglie elementi per capire cosa ha scatenato l’incendio. Un lavoro inutile. Perché le cause della tragedia sono note e hanno un nome preciso: povertà e abbandono. Lo dice con forza il presidente Napolitano, dopo l’incontro con i genitori e la sorellina superstite: queste poche migliaia di persone «da accampamenti di fortuna, degradati e insicuri, debbono essere tempestivamente ricollocati in alloggi stabili e dignitosi». Domani a Roma è lutto cittadino. L’ha voluto il sindaco Alemanno, che ora al governo chiede soldi e poteri perché il suo piano nomadi non è decollato.La morte di Sebastian, Patrizia, Fernando e Raul, bambini rom romeni di 11, 8, 7 e 3 anni è tragicamente uguale a quella di tanti altri coetanei, arsi vivi nelle baracche per colpa di un braciere, una candela, un filo scoperto. Orrore in fotocopia della strage di Livorno, quando l’11 agosto 2007 morirono nelle fiamme della loro catapecchia Leunuca, Danchiu, Eva e Menji di 6, 8, 11 e 4 anni, tre fratelli e un cugino. Era già successo. E potrà succedere ancora, senza una svolta radicale.Il micro-accampamento a pochi passi da Via Appia, periferia sud, è stato smantellato. I venti rom sono in una struttura di accoglienza del comune. Il pm Maria Cristina Palaia guida i rilievi della scientifica e dei vigili del fuoco del Nucleo investigativo anticendi. Assieme al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani indagano, per ora contro ignoti, per abbandono di minori. I genitori erano andati a comprare la cena, la sorella grande a prendere l’acqua. Sono stati già interrogati. La procura attende le autopsie. Prima di finire in quella baracca, la famiglia di Mirca Erdea, il padre dei bambini, abitava in affitto a Colleferro. Poi, racconta, il proprietario li ha mandati via perché troppi. Il lavoro in nero nei cantieri non gli permetteva nulla di più che tuguri. Prima alla Caffarella, poi sull’Appia. «Ci hanno sgomberato più volte – dice – ora vogliamo solo riportare le salme in Romania». Originari del nord della Moldavia, vicino Piatra-Neamt, lì faranno i funerali. Domani, alle 17,30, la Comunità di S.Egidio ricorderà i piccoli in una veglia di preghiera a S.Maria in Trastevere.Alemanno si dice sconvolto: «Sarà il mio tormento quotidiano». E alza la voce: «Chiederemo al governo 30 milioni per completare il piano nomadi e poteri speciali per il prefetto. Ci serve uno spazio di azione molto più incisivo per superare la cultura di chi dice "non nel mio giardino"». Poi promette lo smantellamento degli altri micro-campi. Alla Protezione civile «chiederemo tendopoli più sicure, controllate e dignitose. E le faremo dove sarà opportuno, non ci saranno presidenti di municipio e comitati civici che tengano». Particolare attenzione ai minori: «Se le famiglie rifiutano di garantire assistenza adeguata, chiederemo al Tribunale dei minori di darli in affidamento». Disponibile Renata Polverini, governatore del Lazio: «Faremo la nostra parte, condividiamo le parole di Napolitano».Ma il sindaco è nel mirino. «Da tempo avevamo segnalato al comune le gravi condizioni di vita di questo campo», ricorda sconsolata Susi Fantino (Sel), presidente del IX Municipio (zona Appia). «Nonostante le risorse economiche straordinarie profuse – commenta Vannino Chiti (Pd) – Alemanno ha fallito. Il suo piano da campagna elettorale s’è rivelato inadeguato». L’ex prefetto Achille Serra (Udc) spiega che «l’affido dei rom è irrealizzabile, scappano, nessuna norma consente di trattenerli, preferiscono stare dai genitori, anche coi topi». E boccia «una politica dell’immigrazione che per acchiappare consensi dice "mandiano via tutti", anche perché il 70% dei rom è italiano». E Arci Solidarietà ricorda «i 30 milioni già spesi e il campionario di incitazioni all’odio dei comitati anti-rom aizzati dalle forze politiche» vicine al sindaco. Luca Liverani
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