giovedì 3 settembre 2009
Dopo la polemica innescata a Danzica dal premier Berlusconi, a tornare sull'argomento è il presidente della Commissione Ue, che si è detto «molto fiero» del servizio dei portavoce dell'esecutivo europeo ribadendo loro tutto il suo appoggio.
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Dopo la polemica innescata a Danzica dal premier Berlusconi sul ruolo dei portavoce europei e la minaccia di bloccare i lavori della Ue se non fossero stati "in silenzio" sulle vicende italiane in tema di immigrazione, a tornare sull'argomento è il presidente della Commissione Ue, che si è detto "molto fiero" del servizio dei portavoce dell'esecutivo europeo sottolineando che questo gode di "tutta la sua fiducia e il suo appoggio".Barroso ha spiegato di non ritenere che ci sia altra istituzione che "si metta ogni giorno ad incontrare la stampa per riferire sulle questioni più varie, tecniche o politiche". "Farò sempre in modo - ha aggiunto Barroso - di comunicare lealmente con le altre istituzioni europee e con i governi democraticamente eletti dai loro cittadini".Il chiarimento di ieri. Ieri l'Ue aveva detto stop alle polemiche con il governo scatenate sulla politica di comunicazione della Commissione in tema di immigrazione, ma le critiche del premier italiano sembravano aver lasciato ancora l'amaro in bocca a qualche commissario. "A chi dovrei chiedere il permesso di parlare?", ha affermato ironico il commissario agli Affari monetari, Joaquin Almunia, impegnato nella riunione Ecofin. Dichiarazioni a cui ha fatto eco anche il presidente di turno, Borg Anders, che ha espresso "la speranza che il commissario continui a rispondere in modo trasparente alle domande, magari anche in italiano".Il portavoce di Barroso, Johannes Laitenberger, di prima mattina aveva comunque avuto preciso mandato di ridimensionare il caso: "La questione è chiusa" aveva affermato rispondendo ad una pioggia di domande in sala stampa. "È stato un malinteso nato su alcune dichiarazioni e poi chiarito" e ne aveva approfittato per lanciare un appello alla calma: "Non è necessario gonfiare queste polemiche ed il presidente Barroso è un difensore dei poteri della Commissione Europea come è riconosciuto da tutti in Europa". "Noi siamo nel nostro ruolo" aveva aggiunto il vicepresidente della Commissione Ue, Jacques Barrot. "Nulla si oppone al respingimenti degli immigrati irregolari, nella misura in cui ci sono degli accordi di riammissione con i Paesi di origine". È chiaro, ha aggiunto, "che non possono essere fatti mettendo a rischio la vita degli immigrati".Frattini da'ccordo col premier. In mattinata anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, aveva avvertito la Ue a stare più attenta sulla sua politica di comunicazione: "Le prese di posizione di portavoce e commissari Ue sono - ha detto Frattini - sono lo strumento per innescare polemiche domestiche. Credo che il presidente della Commissione e il suo portavoce possano assumere un più forte coordinamento verso i mezzi diinformazione".
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