Che ci siano buchi nella rete di protezione del presidente del Consiglio o addirittura “talpe” fra chi ha la possibilità di frequentare Villa Certosa e Palazzo Grazioli, le sue ultime disavventure rappresentano anche un problema di Stato e chiamano direttamente in causa i servizi segreti. Ne discuterà il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), che martedì ascolterà il generale Giorgio Piccirillo e l’ammiraglio Bruno Branciforte, direttori dell’Asi (Agenzia per la sicurezza interna) e dell’Ase (Agenzia per la sicurezza esterna). E nelle audizioni troveranno spazio le notizie che arrivano dalla procura di Bari e le foto scattate nella villa sarda del premier. Giovedì, poi, il Copasir sentirà Gianni Letta, sottosegretario con delega ai servizi segreti. E non è detto che si fermi qui. Ieri, infatti, il vicepresidente del Comitato Carmelo Briguglio (Pdl) ha chiesto la convocazione di Gioacchino Genchi (il perito informatico noto per aver lavorato alle inchieste dell’ex-pm di Catanzaro Luigi De Magistris) riguardo alle «sue dichiarazioni circa l’esistenza di talpe nel sistema di sicurezza e di protezione del presidente del Consiglio». Giusto ieri, durante il programma Klauscondicio su internet, Genchi ha infatti affermato che «Berlusconi è stato tradito da qualcuno del suo entourage; da un suo fedelissimo. Altrimenti tanti fatti non sarebbero successi». L’esperto informatico (sospeso dalla Polizia in quanto indagato per aver raccolto migliaia di dati telefonici “sensibili”) ha fatto l’esempio del fotoreporter Antonello Zappadu, che dice di conoscere dai tempi del sequestro di Silvia Me-lis, nel 1997: «È impossibile che abbia potuto carpire foto all’interno senza che qualcuno lo abbia avvisato di appostarsi sulla montagnetta sopra Villa Certosa. So che altri fotografi sono stati fermati un minuto dopo...». Quanto alle fotografie sui voli di Stato, Genchi ha osservato che «non si può rimanere fermi davanti a un aeroporto per giorni e mesi interi, aspettando che arrivi l’aereo. Qualcuno lo ha avvisato, proprio come accadde con Falcone quando partì da Ciampino quel terribile giorno ». Il discusso ex-braccio destro di De Magistris ha anche ricordato la vicenda di Sircana, portavoce dell’allora capo del governo Romano Prodi, immortalato mentre parlava con un transessuale lungo una strada: «Chi di servizi ferisce, di servizi pe- risce». Parole pesanti e tutte da verificare, quelle di Genchi, che Briguglio vorrebbe ascoltare nella sede istituzionale del Copasir per «andare fino in fondo». Anche per il ministro Gianfranco Rotondi, «il complotto» ai danni del premier «è sempre più evidente ». Mentre Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha criticato apertamente i servizi segreti: «Se un fotografo riesce a immortalare il premier nella sua casa per tre anni di fila, vuol dire che l’efficienza degli apparati è dubbia». Dall’istruttoria che la procura di Bari sta svolgendo sul conto della ditta Technospital (il cui titolare Giampaolo Tarantini avrebbe contattato le ragazze per la partecipazione ai presunti incontri con Berlusconi) emergono intanto riscontri al racconto di Patrizia D’Addario. Barbara Montereale, 23 anni, ha confermato la partecipazione alle feste dietro compensi: «Alla mia partenza da Villa Certosa, Berlusconi mi ha dato una busta con 10mila euro in contanti. Ma non ho avuto con lui alcun rapporto sessuale. Mi ha trattato come una figlia, mi ha aiutato dopo aver saputo che ho una bimba di un anno e mezzo e non riuscivo ad arrivare a fine mese». Gli inquirenti avrebbero già ascoltato altre tre donne. «L’indagine è seria», si lascia scappare qualcuno in procura. In sostanza, Tarantini avrebbe gestito un gruppo di donne che partecipavano a feste di lusso per 1.000 euro a serata. In tarda serata Tarantini è uscito allo scoperto chiedendo scusa al presidente del Consiglio per «averlo involontariamente danneggiato». Non c’è nessuna verità «nelle ricostruzioni dei fatti accreditate da certi giornali con il palese intento di denigrare Berlusconi». Tarantini ha poi precisato di non aver mai dato soldi alle «amiche» che lo hanno accompagnato nei suoi incontri con il premier.