Imagoeconomica
Il vero problema per Giorgia Meloni quest’anno non è politico, ma verrà dai numeri dell’economia. La crescita, infatti, sta decisamente rallentando e quest’anno non dovrebbe salire più dello 0,6%, esattamente la metà di quanto atteso dal governo, certifica la Banca d’Italia nel Bollettino economico. E, a rafforzare le notizie non buone, giungono i primi moniti, dall’Europa e non solo: «Il budget italiano non sembra essere in linea con le raccomandazioni Ue, questo vale anche per altri Paesi», ha ricordato a Sky dalla svizzera Davos Valdis Dombrovskis, vicepresidente “falco” della Commissione Europea.
Quasi le stesse parole usate nelle stesse ore dall’Upb, l’Ufficio parlamentare di bilancio che, in un focus di confronto fra i bilanci dei Paesi europei, ha osservato che la crescita della spesa primaria netta (che esclude gli interessi sul debito e le una tantum) per il 2024 è valutata dalla Commissione come «non pienamente in linea», in sostanza a causa del Superbonus edilizio. Sono campanelli d’allarme che si sommano, anche se il Tesoro del ministro Giorgetti li ridimensiona asserendo che Dombrovskis ripete solo il giudizio della Commissione.
Una posizione, quella italiana, che ha spinto Bruxelles a precisare in serata che «non è cambiata» la poszione Ue, peraltro molto cauta in questo periodo preelettorale, come si è visto pure sui balneari. Intanto, sul “grande imputato” dell’aggravamento dei conti pubblici - il bonus ex 110% - potrebbero riaprirsi i giochi: una proroga di almeno 2 mesi per beneficiare dello sgravio ancora al 110% sulle spese per i condomini che hanno avviato i lavori nel 2022 e che al 31 dicembre scorso li hanno effettuati per almeno il 70% del totale è stata chiesta da 3 emendamenti identici presentati alla Camera da Fdi, Pd e gruppo Misto, raccogliendo gli appelli arrivati da cittadini e associazioni di categoria che nei giorni scorsi hanno parlato di 40mila cantieri incompiuti. E c’è anche chi chiede una proroga più ampia.
Quel che è certo è che l’economia italiana «ristagna» e una ripresa arriverà, nella migliore delle ipotesi, solo verso la fine d’anno che si chiuderà comunque con una crescita dello 0,6%, poco inferiore a quella dello scorso anno che fu di 0,7%. Ad affermarlo è Bankitalia che sostanzia così quanto detto mercoledì scorso dal governatore Fabio Panetta all’esecutivo dell’Abi, dove aveva anticipato che il Pil quest’anno salirà meno dell’1%, parlando di una «fase di rallentamento». Dopo un buon inizio, infatti, la crescita italiana nell’ultimo scorcio del 2023 è stata «pressocché nulla». Per il resto, i tassi di interesse ancora alti (un calo è previsto appunto solo in estate), la fine del Superbonus e le tensioni internazionali limiterebbero gli effetti positivi del calo dell’inflazione (che resterà stabile sotto il 2%) e quelli attesi dai fondi Pnrr e dall’aumento dell’occupazione (che però a novembre e dicembre 2023 è cresciuta a un ritmo più basso dei mesi precedenti) e del reddito disponibile.
Fra luci e ombre, il capitolo del documento relativo alle famiglie sottolinea come queste beneficino della frenata dei prezzi maggiore del previsto (e quindi dell’aumento del reddito disponibile), della crescita dell’occupazione e della capacità di risparmio, ma inizino a temere per il futuro, con un calo della fiducia e dei consumi registrato nell’ultima parte del 2023. Nei prossimi mesi l’aumento dei salari, registrato già lo scorso anno, si «accentuerà» grazie ai rinnovi contrattuali attesi, ma le aziende dovrebbero farvi fronte grazie ai buoni utili conseguiti. Saranno deboli invece gli investimenti, elemento decisivo per una crescita duratura, a causa dei maggiori costi dei prestiti. Il problema dei conti italiani è stato “fotografato” pure da Dombrovskis, oltre a essere certificato dall’Upb: «L’Italia sia pronta a usare misure per le raccomandazioni Ue», hanno scritto gli esperti di Camera e Senato. E dal politico lettone è giunto un nuovo messaggio anche sul Mes respinto dal Parlamento: «Le discussioni continuano con l’Italia, speriamo di poter vedere quanto prima passi avanti».