Un'immagine simbolica di violenza ai minori (Archivio Siciliani)
È un pericolo di cui ancora poco si parla, soprattutto in Italia: si sta ampliando a macchia d’olio il mercato di bambole per pedofili. Mentre a Torino fa giustamente discutere l’apertura della prima casa di appuntamenti, a livello nazionale, con manichini di silicone che riportano integralmente fattezze di donne e uomini, il fondatore dell’associazione anti-pedofilia Meter, don Fortunato Di Noto, lancia l’allarme e chiede attenzione su ciò che sta accadendo anche in Europa: «Esistono aziende che producono e mettono in vendita 'bambole per adulti' a grandezza naturale, che rappresentano perfettamente bambini e bambine, nelle dimensioni, nelle espressioni, nelle acconciature e in tutti i dettagli. Costano non meno di cento dollari (ma anche molto di più), arrivano a casa in un pacco senza indicazioni e sono destinate inevitabilmente a un pubblico di pedofili. Impressiona che imitino in ogni modo le foto e i video pedopornografici che la nostra associazione denuncia da oltre 25 anni».
Il mercato pare piuttosto florido e in Italia sarebbero decine di migliaia le persone pronte all’acquisto: è raccapricciante il fatto che qualcuno abbia anche provato a ipotizzare, racconta don Fortunato, che le bambole possano essere un buon 'deterrente' per i pedofili che, usandole, eviterebbero di fare del male ai bambini reali. Il fondatore dell’associazione da sempre a fianco delle piccole vittime ricorda che «la legge già ora in qualche modo le impedisce, vietando anche la divulgazione e il possesso della 'pedopornografia virtuale', compresi fumetti ed altre rappresentazioni con immagini del genere».
Eppure la produzione continua (e per questo servirebbe una normativa anche contro la loro commercializzazione), così come continuano a proliferare siti che promuovono una presunta liceità della pedofilia, cercando folli giustificazioni e arrivando persino a raccogliere fondi per sostenerli: «Malgrado il grande impegno della Polizia postale italiana, questo spesso avviene sotto gli occhi di tutti, perché a livello internazionale c’è un pericoloso substrato di tolleranza verso il fenomeno – conclude Di Noto –. Grazie alle segnalazioni della nostra associazione sono state condotte, tra il 2003 e il 2018, 23 operazioni nazionali e internazionali, con 134.222 siti sequestrati (20 milioni di foto e video pedopornografici), 2.639 persone denunciate e 206 arresti. Ma il lavoro da fare è ancora lungo».