Non è cominciata splendidamente: zero ministri (annunciati) e cento polemiche. Eppure i primi dovevano essere quattro e le seconde in fondo non ce le si aspettava, non fosse perché l’argomento della terza Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza è talmente delicato (anzi decisivo per tutti) che si prevedeva restassero fuori dalle porte della Stazione marittima partenopea. E invece l’occasione per usare i tre giorni di quest’appuntamento come trampolino di lancio sembra già mezza svanita, con buona pace dei più piccoli. Nonostante quanto avevano augurato i messaggi arrivati dal presidente della Repubblica e dai due presidenti delle Camere. «Tutelare i minori rappresenta un fondamentale investimento sul futuro – aveva scritto Giorgio Napolitano – ed è compito imprescindibile dello Stato» da realizzare «con tutte le risorse necessarie», attraverso l’educazione scolastica («fondamento civile e morale delle nuove generazioni») e «modelli di vita fondati sul rispetto degli altri, sul dialogo e sull’integrazione sociale».Al contrario, i primi fuochi polemici erano stati accesi martedì, vigilia della Conferenza, dall’Unicef Italia: «Vertici come questo di Napoli o quello della Fao a Roma sono inutili. Solo parole». E ieri è arrivata la replica di Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, nero su bianco: «L’attacco così esplicitamente politicizzato contro il governo da parte di Vincenzo Spadafora, presidente dei Comitati italiani per la raccolta fondi dell’Unicef, ci lascia davvero perplessi», ha scritto in una nota. È «una volontà polemica pretestuosa, la sua, una strumentalità» che «mal si concilia con l’alta tradizione dell’Unicef».Ma intanto l’incendio era appiccato. Altre sei o sette grandi associazioni si accodavano ieri mattina qui a Napoli alle critiche verso la Conferenza (dall’Agesci all’Arciragazzi al Cnca).Semmai fosse servita, altra benzina poi pioveva dal botta e risposta – nel dibattito d’apertura della Conferenza – fra la presidente della Commissione bicamerale sull’Infanzia, Alessandra Mussolini, e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Alcuni operatori di centri napoletani per minori a rischio denunciavano la possibile chiusura delle loro strutture per l’assenza dei soldi dal Comune, così la Mussolini cercava di mediare dicendo che «i bambini devono unire e non dividere, rivolgo un appello al sindaco affinché l’erogazione dei fondi a questi centri, che versano in condizioni disastrose, sia una priorità» e la Iervolino ribatteva che «il Comune di Napoli vanta un credito nei confronti del governo, precisamente del ministero del Tesoro, di novantasei milioni di euro: aiutatemi ad averne almeno venti, perché senza soldi il sindaco non può pagare».Poco più tardi la frittata della giornata d’apertura di Conferenza era infine fatta dall’annuncio ufficiale dell’assenza di tutti e quattro i ministri attesi nel pomeriggio, bloccati nella capitale dal voto in aula a Montecitorio. Nel frattempo il sottosegretario Roccella e il suo collega Carlo Giovanardi affilavano le armi: la prima nella sua nota sottolineava anche come «un gruppo di associazioni ha steso un documento» in cui si chiede, fra l’altro, di «assumere le conclusioni dei gruppi di lavoro della Conferenza come vincolo che impegna le azioni future dell’esecutivo» e non si capisce che rispetto abbiano «nei confronti delle procedure democratiche e delle competenze di Parlamento e governo». La Roccella proseguiva ricordando che «nell’ultimo incontro fra i rappresentanti del governo (cioè proprio lei e Giovanardi,
ndr) e i membri dell’Osservatorio, in cui s’è discussa la nuova bozza del Piano presentata al governo, numerosi esponenti dell’Osservatorio hanno svolto interventi critici nei confronti della bozza stessa. Poi, in tarda serata, spiegava in un comunicato che «il nuovo Piano d’azione per l’infanzia e l’adolescenza, atteso dal 2005, è già in fase avanzata di elaborazione grazie al lavoro dell’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza. Il Governo si è impegnato a definirlo e adottarlo all’inizio del prossimo anno».