Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera - ANSA
Prosegue l'odissea relativa alle concessioni balneari, a poche settimane dall'inizio dell'estate. E questa volta, però, il livello sale di tono. In risposta all'ultima sentenza della VII sezione del Consiglio di Stato, infatti, il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha deciso di inviare una lettera al presidente Lorenzo Fontana chiedendo di sollevare alla Corte costituzionale il conflitto di attribuzione nei confronti del massimo organo della giustizia amministrativa.
Una sentenza che preoccupa la maggioranza e che «in più punti sembra travalicare i poteri della giustizia amministrativa finendo con l'invadere la sfera legislativa propria del Parlamento», ha spiegato Foti in una nota. «Nella sua ultima pronuncia - ha affermato l'esponente meloniano - il Consiglio è tornato a ribadire la propria competenza non solo in ordine all'obbligo di disapplicare le disposizioni nazionali contrarie, ma chiarisce altresì che tale disapplicazione debba avvenire senza che ciò possa essere condizionato o impedito da interventi del legislatore». «Un assunto che riteniamo infondato e che - ha aggiunto - contraddice lo spirito stesso della legislazione di derivazione comunitaria, che prevede che una direttiva - in questo caso la Bolkestein - venga recepita con specifiche norme di legge. Riteniamo pertanto ineludibile che sia la Corte costituzionale a pronunciarsi circa il corretto esercizio della potestà giurisdizionale», ha concluso Foti.
L'iniziativa di Foti è ovviamente condivisa nella maggioranza. Deborah Bergamini, vicesegretario nazionale di Forza Italia, come altri membri di Fdi, ritiene che la richiesta di conflitto d'attribuzione sia «un bene». Ma la vicenda ha sollevato parecchie critiche da parte dell'opposizione. Angelo Bonelli di Avs punta il dito contro Fdi, reo di «scontrarsi con gli organi dello Stato», mentre secondo Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva, sulla questione balneari «il centrodestra prende in giro gli italiani, dato che il Consiglio di Stato aveva solo invitato ad avviare le gare per l'assegnazione». «Insomma - ha detto - si continua a non legiferare e a non mettere ordine nel settore».
Intanto i sindacati hanno annunciato "battaglia": Antonio Capacchione, presidente del Sib-Sindacato italiano balneari - aderente a Fipe/Confcommercio -, e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba/Confesercenti, hanno confermato che da parte loro impugneranno la sentenza del Consiglio «insieme alle altre due analoghe, davanti alla Cassazione a Sezioni Unite, confidando nel loro annullamento». «È ancora più urgente un intervento legislativo chiarificatore dopo la pronuncia del 20 maggio in cui si afferma che "l'obbligo di gara sussiste indipendentemente dall'accertamento della scarsità della risorsa o dalla rilevanza transfrontaliera della concessione, in quanto il diritto nazionale impone in ogni caso una procedura selettiva comparativa ispirata ai fondamentali principi di imparzialità, trasparenza e concorrenza e preclude l'affidamento o la proroga della concessione in via diretta ai concessionari uscenti», hanno dichiarato.