martedì 23 giugno 2009
Al centrodestra 34 province su 62. Ma nelle comunali il Pd tiene Bologna, Firenze e Padova. Pdl e Lega strappano la Provincia di Milano. Nelle amministrazioni cittadine «ribaltone» riuscito solo a Cremona e Prato.
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Il centrosinistra si prende una parziale ri­vincita al turno di ballottaggio, dopo la batosta di 15 giorni fa e dopo aver regi­strato il flop del referendum elettorale per il quale il Pd era schierato per il sì. C’era in pa­lio la guida di 22 Province e 16 Comuni ca­poluogo. Quasi tutti enti con una giunta u­scente di centrosinistra, va detto subito, ec­cezion fatta per la Provincia di Fermo, che vo­tava per la prima volta, e per i Comuni di A­scoli Piceno e Brindisi, nei quali il centro­destra si riconferma, sia pur a fatica. Per il centrosinistra, quindi, si tratta più che altro di un sospiro di sollievo, al quale contribui­sce anche l’onorevole sconfitta nella più im­portante delle sfide, alla Provincia di Mila­no, dove a Filippo Penati sfugge per circa 4mila voti l’inaspettata riconferma. Troppo stentata, però, appare la quasi scontata (al­la vigilia) elezione dell’eurodeputato forzi­sta Guido Podestà (che al primo turno era già vicino al 49 per cento) per non suonare co­me un campanello d’allarme, nel capoluo­go dell’asse fra il premier e la Lega. Alla fine il centrosinistra si riconferma in 12 dei 16 Comuni capoluogo in cui si tornava al voto, e ne perde solo due, sul filo di lana peraltro, Cremona e Prato, risultato parti­colarmente clamoroso quest’ultimo, men­tre – come detto – la vittoria del centrode- stra ad Ascoli e Brindisi è solo una riconfer­ma. In particolare i numeri fanno sorridere il Pd a Bologna, Firenze e Bari, dove i sindaci pas­sano tutti e tre attestati intorno al 60 per cen­to. Ma se i due capoluoghi 'rossi' si ricon­fermano saldamente tali, è Bari a fare scal­pore, per i riflettori che erano accesi sul ca­poluogo pugliese per via dell’inchiesta del­la magistratura locale, ed è difficile non scor­gere un’influenza sul dato del candidato del centrodestra, che addirittura arretra di cir­ca cinque punti ri­spetto al primo tur­no, mentre – per converso – l’appa­rentamento con l’Udc non basta da solo a spiegare l’ex­ploit del sindaco u­scente Michele E­miliano, che avanza di dieci punti. Complessivamente questo turno di elezio­ni Comunali si chiude 16 a 14 per il centro­sinistra, che conserva infatti la guida di 16 Comuni capoluogo dei 25 che aveva, men­tre in 14 ha vinto il centrodestra: 10 erano sta­ti aggiudicati al primo turno, e vanno ag­giunti i quattro vinti al ballottaggio. Più sostanzioso il bottino del centrodestra nelle Province: vince 34 Province contro 28, e c’è un significativo spostamento visto che alla vigilia di questo turno amministrativo i numeri dicevano 9 (compresa una giunta a guida Lega) a 50 a favore del centrosinistra. Oltre alle 26 Province già aggiudicate al pri­mo turno il centrodestra strappa la guida di altre otto amministrazioni al centrosinistra, sulle 22 andate al ballottaggio. Mentre il cen­trosinistra si insedia al vertice di 28 Provin­ce (14 aggiudicate al primo turno e 14 ieri). Tornando alle Comunali, larghe conferme per il centrosinistra in altri due capoluoghi di regione, Potenza e Ancona. Sofferta invece, ma significa­tiva, la riconferma a Padova di Flavio Za­nonato, esponente di punta dell’Anci, balzato agli onori della cronaca per il controverso 'muro' di via Anelli, che in questo secondo turno aveva contro anche l’Udc alleatosi, qui, con il centrodestra. Significativa a Ferrara, la città di Dario Fran­ceschini, la buona vittoria del centrosinistra, che si impone – ma con minori margini – anche a Forlì. Riconferma netta, ad Avelli­no, per il centrosinistra, nonostante l’al­leanza di Ciriaco de Mita e dell’Udc con il centrodestra che, solo due settimane fa, era risultata largamente vin­cente alla Provincia. In Puglia, sulla scia del ca­poluogo, riconferma a pieni voti anche a Fog­gia per il centrosinistra. Che resta alla guida an­che del Comune di Ter­ni e Caltanissetta.. Più sostanzioso, come detto, il bottino del cen­trodestra nella competi­zione provinciale. Per il centrosinistra, però c’è un altro motivo di forte consolazione per Torino, sia per l’importanza del test, sia per la dimensio­ne della vittoria con An­tonino Saitta, che va ol­tre il 57 per cento anche grazie all’apparenta­mento con l’Udc. Vittorie per il resto sul filo, ma si­gnificative, per il centrodestra, a Frosinone, Ascoli, Alessandria, Belluno e soprattutto a Venezia, dove Francesca Zaccariotto porta a casa un altro importante ribaltone, e molto meno sofferto che a Milano. Vince il centro­destra, sul filo di lana, anche a Lecce, Pro­vincia in bilico fino a tarda sera. Ma la vitto­ria più netta, per il centrodestra, è alla Pro­vincia di Savona. Cosicché, percentuali a parte, e nonostante una frenata a questo turno di ballottaggio in termini di bottino finale, il centrodestra non può certo lamentarsi di questa tornata amministrativa, avendo perso di misura sui Comuni, e vinto largamente nelle Province, aumentando notevolmente la sua presenza negli enti locali.
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