Finalmente una buona notizia sul fronte del gico d'azzardo: in netto calo i ragazzi che si affacciano nel pericoloso mondo di scommesse e slot machine. La percentuale di giovani di 15-19 anni
che giocano d'azzardo è scesa dal 47% del 2009-2011 al 39% del
2014 e si è anche ridotta la quota di studenti-giocatori con
un profilo definito "a rischio" o "problematico". Sono alcuni
dei dati che emergono dallo studio Espad Italia, condotto dai
ricercatori del Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi
sanitari dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa,
che ha coinvolto oltre 30mila studenti. In termini assoluti,
sono stati oltre 900mila gli studenti che hanno giocato
d'azzardo almeno una volta nello scorso anno, contro gli 1,1
milioni del 2009-2011. Quelli "a rischio" o "problematici" sono
poco più di 170mila, il 7% di tutti gli studenti, mentre fino
al 2011 rappresentavano l'11%. In ordine di preferenza, seguono scommesse sportive (49%), bingo e tombola (33%), totocalcio (28%). Non mancano
coloro che giocano a carte (24%) e al video poker o slot (14%). Circa
tre quarti dei giovani ha speso non più di 10 euro nel mese
antecedente lo svolgimento dello studio, mentre il 18% ha speso tra
gli 11 e i 50 euro e l'8% oltre 50 euro.
Dov'è possibile giocare? In generale, vanno per la maggiore
bar/tabaccherie (44%) e sale scommesse (29%) ma ben il 35% gioca
d'azzardo a casa propria o di amici e il 17% on-line: nel 2013, erano
il 9%. "Si deve prestare particolare attenzione a questa ultima
modalità", osserva Molinaro, "il gioco praticato in solitudine e in
alcuni casi utilizzando un'identità falsa e una moneta virtuale,
senza il controllo dei genitori, nè vincoli di orario, di spazio o
di tempo".
I giovani giocatori "problematici" prediligono i giochi a vincita
immediata e preferiscono frequentare sale scommesse (51%), sale
giochi (30%), bingo (13%) e casinò (10%): ben il 53% gioca on-line.
Altro aspetto che li contraddistingue è, ovviamente, la spesa
sostenuta: nel mese precedente lo svolgimento dello studio, uno su 4
ha speso oltre 50 euro, cifra spesa dall'1% dei giocatori sociali.
Con riferimento alla distribuzione geografica, sono le regioni
meridionali e il Lazio a far registrare nell'ultimo anno prevalenze
di giocatori superiori alla media nazionale, con valori compresi tra
il 44,8 e il 49,3%; le regioni del nord, ad eccezione della
Lombardia, sono al di sotto (29,5-32,8%) mentre Lombardia e centro,
Lazio escluso, si allineano al valore nazionale (32,9-44,7%). Le
regioni con le percentuali di giocatori a rischio superiori alla
media sono per lo più al centro-sud: Lazio, Basilicata, Abruzzo,
Molise, Campania e Sicilia. "Sono risultati molto positivi", sottolinea
Sabrina Molinaro, dell'Ifc-Cnr, responsabile dello studio, "merito da
attribuire almeno in parte agli interventi di educazione al gioco e
prevenzione della dipendenza da gioco portati avanti nelle scuole
superiori: gli istituti scolastici che hanno attuato interventi su
questo specifico tema sono infatti aumentati dal 4% del 2008 al 16%
nel 2014. Ed è ancora più importante come all'aumentare della
prevenzione corrisponda una diminuzione dei giovani giocatori
problematici e soprattutto a rischio".
Secondo lo studio sono più attratti i maschi che le coetanee
(49% contro 30%): a scommettere soldi sono soprattutto i maggiorenni
(43% tra i 18enni e 46% tra i 19enni), anche se ha giocato d'azzardo
quasi un terzo dei 15enni, nonostante la legge italiana lo vieti ai
minorenni.
In testa si collocano i 'gratta e vincì (71%), in diminuzione
rispetto al 2012 quando a preferirli era il 77%. "Attualmente sono
ben 60 le tipologie, diversificate per prezzo e tipo di vincita,
disponibili nei posti più comuni e frequentati anche dai ragazzi,
come i bar, gli autogrill, i supermercati o i distributori automatici
installati presso i centri commerciali", ricorda Molinaro.