Slitta di un anno la dismissione definitiva delle slot di vecchia generazione, dal 31 dicembre 2019 a fine 2020. E slittano anche le nuove concessioni per scommesse, slot, Superenalotto e Bingo. Che, quindi restano in mano ancora per quasi un anno, alle attuali società dell’azzardo. Lo prevede un emendamento alla legge di bilancio presentato in commissione alla Camera dai due relatori Andreina Silvana Comaroli della Lega e Raphael Raduzzi del M5s. Di fatto una proroga di tutte le attuali concessioni del mondo dell’azzardo e un rinvio dell’eliminazione delle Awp (le slot machine) obsolete, che dovevano essere sostituite da quelle di nuova generazione, tecnologicamente evolute, idonee a consentire il controllo da ambiente remoto, «al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, e prevenire il rischio di accesso dei minori». Così come prevedeva la manovra economica del 2015.
Boccata d'ossigeno per le imprese, ma anche per il fisco
È una boccata d’ossigeno soprattutto per le imprese delle "macchinette", che possono rinviare la cospicua spesa per rinnovare il parco slot. Ma, probabilmente, anche un modo per garantire ancora per un anno i ricchissimi introiti delle tasse. Negli ultimi anni l’azzardo ha portato nelle casse delle Stato circa dieci miliardi all’anno, la metà proveniente dalle slot, che potrebbero ulteriormente salire visto che il governo giallo-verde ha aumentato ben due volte il Preu sulle macchinette, prima a copertura dello stop alla pubblicità contenuto nel decreto dignità, poi nella legge di bilancio, in tutto altri 500 milioni. Ovviamente se gli italiani continueranno a puntare in modo crescente, così come è sempre stato. Nel 2017 si sono superati i 101 miliardi, quest’anno si prevede di avvicinarsi ai 120. Ma la dismissione delle vecchie slot potrebbe far mancare non poche occasioni di "gioco", soprattutto se non fossero tutte sostituite con quelle nuove. E allora le entrate erariali potrebbero ridursi. Due giorni fa il premier Luigi Di Maio ha affermato che l’aumento del Preu serve «a finanziare il reddito di cittadinanza, quota 100 e gli investimenti». Aggiungendo che la «stretta sul gioco d’azzardo per noi è una questione etica prima che economica». Ma la proroga è l’esatto contrario.
Ancora un rinvio per le nuove modalità di gara
Ma c’è un altro elemento negativo. Il nuovo governo dovrebbe stabilire le nuove modalità di gara, ma rinviando sta prendendo tempo. Siamo già al terzo anno di regime di proroga. Il governo del cambiamento non ha cambiato. Così le scommesse sono prorogate al 31 dicembre 2019, il Bingo da fine 2018 a fine 2019. La gestione del Superenalotto «continua ad essere assicurata dall’attuale concessionario» fino al 30 settembre 2019. Un unico concessionario (Sisal), che era stato fortemente criticato proprio dal M5s. Proroghe che in commissione stanno trovando alcuni ostacoli. Infatti sono stati alcuni subemendamenti all’emendamento dei relatori. Anche da parte di esponenti della maggioranza. Due, a firma di Ylenja Lucaselli (Fdi) e Francesco Silvestri (M5s) propongono di eliminare la proroga della dismissione delle vecchie slot. Così anche i Pd Maria Elena Boschi e Luigi Marattin, che chiedono di sopprimere la proroga del concessionario unico per il Superenalotto.