I lavori alla Conferenza nazionale delle persone sordocieche - Lega del Filo d'Oro
Loro lo fanno davvero, vanno oltre. Lucia, ad esempio, osimana di origini calabresi, ventitré anni, che ha studiato all’istituto alberghiero Einstein-Nebbia di Loreto (MC), dove adesso è bibliotecaria, con la passione per la letteratura e il sogno di lavorare nel mondo dell’editoria. O il quarantenne Stefano, nato a Castel Volturno (Caserta), laureato in giurisprudenza, che ha cominciato un percorso per diventare giornalista professionista e si è iscritto alla scuola di giornalismo dell’Università S. Orsola Benincasa di Napoli, che frequenta. Oppure Ivana, classe 1935, nata a Tagliacozzo (L’Aquila) e vissuta a Roma: autonoma, fiera e tosta, ha lavorato finché ha potuto, partecipando attivamente alla vita della comunità. E ancora adesso, nonostante i suoi 88 anni, non ha alcuna intenzione di piegarsi alle disabilità. A proposito, Lucia, Stefano e Ivana non vedono e non sentono.
Ecco perché basterebbe il titolo a raccontarli: ‘Avanti con coraggio, oltre ogni umana fragilità’. Cioè come hanno voluto chiamare la nona ‘Conferenza nazionale delle persone sordocieche’ promossa dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro onlus. Appuntamento triennale (rinviato da due anni per il Covid) che è stato una svolta fondamentale, dopo che la pandemia ha fatto vivere un doppio isolamento alle persone con sordocecità, che comunicano prevalentemente con il tatto.
“Ci siamo scoperti ancora più fragili, ma abbiamo compreso che era necessario andare oltre, superando giorno dopo giorno le nostre difficoltà. In questo periodo per noi doppiamente buio e silenzioso”, ha spiegato Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle persone sordocieche della Fondazione. E adesso la Conferenza “ci permette di ricordare ciò che chiediamo da sempre, ovvero che ci siano riconosciuti gli stessi diritti degli altri e di essere messi nelle condizioni di vivere le nostre vite perseguendo la massima autonomia possibile e partecipando alla vita del Paese”. Per far uscire chi non vede e non sente “dal buio e dal silenzio imposti da una disabilità complessa” e rivendicare “quei diritti fondamentali che dovrebbero essere loro garantiti all’interno di una società maggiormente inclusiva”.
Così si sono ritrovate 70 persone sordocieche seguite dalla Fondazione e provenienti da tutta Italia insieme ad altre 200 persone coinvolte fra volontari, interpreti e tecnici per le tecnologie assistive: “La Conferenza – dice Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro - ci permette di conoscere, attraverso il confronto di diversi vissuti e il ricco scambio di riflessioni, i loro bisogni e le loro istanze, indispensabili alla Fondazione per fornire risposte concrete e mirate in un’ottica di miglioramento continuo dell’attività che portiamo avanti da quasi 60 anni”.
In Italia, stando a uno studio Istat-Lega del Filo d’Oro del 2023 (che non comprende i minori di 15 anni), si stima che le persone con disabilità sensoriali e plurime alla vista e all’udito e contemporaneamente con limitazioni di tipo motorio siano più di 360mila. La Conferenza che si è chiusa a Osimo (Ancona) “è l’incontro di tante persone che hanno saputo sfidare i limiti della nostra società, dimostrando con la loro azione che ogni persona ha un valore e un talento sui quali è possibile, e si deve, investire”, ha sottolineato la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, nel suo intervento: “Ricerca, interventi precoci, riabilitazione e cure sono aspetti fondamentali che devono essere garantiti ad ogni persona e, grazie soprattutto alla Lega del Filo d’Oro” ed è “fondamentale che al fianco del Comitato, della Fondazione, delle persone e delle loro famiglie ci siano le istituzioni”.