giovedì 26 settembre 2024
I leader del Campo largo e quello della Cgil Landini alla Corte di Cassazione per lanciare il referendum abrogativo
La sfida all'Autonomia: 1,3 milioni di firme per cancellare la legge

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Il comitato referendario ha depositato questa mattina in Cassazione le firme raccolte per il referendum abrogativo dell’autonomia regionale differenziata. Per l’esattezza, si tratta di 1 milione e 291mila firme, raccolte sulla piattaforma online (quasi 554mila) e su modulo attraverso i banchetti allestiti in tutta Italia (737mila). I volontari del comitato promotore, indossando la maglietta bianca della campagna referendaria, hanno formato una catena umana dall'ingresso del palazzo della Corte, a Roma, fino ad arrivare dentro agli uffici. Le scatole, contenenti le firme raccolte nei banchetti, sono passate di mano in mano dai due furgoni parcheggiati fuori, fino a raggiungere l'interno dell'edificio.

In piazza Cavour erano presenti i leader delle opposizioni e il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Gelo assoluto – determinato dalla vicenda Rai - tra i leader di Pd e M5s, Elly Schlein e Giuseppe Conte, che non si sono neppure stretti la mano, pur ritrovandosi fianco a fianco per la tradizionale foto di rito. Sullo specifico del deposito delle firme, Elly Schlein ha parlato di «una bella mobilitazione, perché la risposta delle persone è stata forte e chiara. Ora dobbiamo continuare a mobilitarci in vista del voto che, a questo punto, è sicuro che ci sarà perché noi ci teniamo a che la gente possa esprimersi contro una legge che spacca in due il Paese, che ha bisogno di essere ricucito sulle sue fratture e nelle diseguaglianze territoriali che hanno spaccato soprattutto il Sud e le sue aree interne, ma attenzione perché questa è una riforma che fa male anche al Nord».

Per Conte, è stata questa la dimostrazione che «i cittadini sono molto sensibili per contrastare questo progetto che frammenta l'Italia, impoverisce tutte le regioni, tutti i territori, dal Nord al Sud, chiunque voglia muoversi sul piano economico e non solo di burocrazia, avremo 21 burocrazie».

Tra i promotori del referendum, anche la Cgil, con il segretario Maurizio Landini anche lui presente al momento del deposito delle firme: «Per noi si apre adesso una fase che deve portare a votare 25 milioni di italiani e l'indicazione è molto precisa: andare a votare sei “Sì” (anche sulla cittadinanza e i 4 quesiti sul Jobs act) per la libertà e noi ci siamo perché bisogna cambiare queste leggi balorde e sbagliate che questo governo continua a fare. Credo che ci sia una domanda di partecipazione fortissima». Per Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana e deputato di Avs, «con queste firme e con questo referendum ci auguriamo che la risposta popolare della società italiana sia forte e determinata per ricacciare indietro una controriforma che polverizza l'unità del Paese». Soddisfazione è stata espressa anche da Riccardo Magi, segretario di +Europa, che ribadisce ancora una volta l'importanza dello strumento digitale per la sottoscrizione di queste istanze, riferendosi anche al referendum sulla cittadinanza. Per Italia Viva era presente Maria Elena Boschi, che ha parlato di «un segnale importante in vista della sfida più difficile di raggiungere il quorum per il referendum per abrogare una legge che divide il Paese».

Sostanziale anche il contributo dato dalle Acli: «Siamo un movimento enorme che chiede di cancellare tipo di autonomia che crea solo squilibri - ha detto il presidente Emiliano Manfredonia - In una democrazia sostanziale tutti hanno gli stessi diritti, invece ora si rischia di avere un Paese frammentato. Tanto più che mancano i soldi per i Lep (Livelli essenziali di prestazione) che ogni Regione deve garantire ai propri cittadini. Per questo con forza e sollecitudine ci siamo impegnati per questo referendum, uno strumento democratico per attivare la partecipazione politica di cui nel nostro Paese sentiamo veramente bisogno».
«Grande soddisfazione per il risultato raggiunto» è stata espressa da “La Via Maestra”, composta da oltre 100 organizzazioni e associazioni: «È stato un impegno straordinario per dire no a una legge che divide il Paese, acuisce le diseguaglianze, lede i diritti dei cittadini».

«La raccolta di firme e poi il referendum consegna a ciascun cittadino la possibilità di contare effettivamente», è stato invece il commento di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell'Anpi, pure lui presente al deposito delle firme.
Poche le voci levatesi invece dai partiti della maggioranza di governo e, tra queste, quella di Gian Marco Centinaio, vicepresidente leghista del Senato: «Prima in piazza contro il ddl Sicurezza, ora a presentare le firme contro l’autonomia differenziata. Qualche sindacalista pensa solo a fare politica contro il governo invece di occuparsi dei lavoratori. Se il Campo largo arranca, arriva il ‘Campo Landini’. Noi andremo avanti con il programma che gli italiani hanno votato e ci hanno chiesto di realizzare».

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