Cresce la violenza in Rete che vede protagonisti ragazzi e adolescenti. Dal 2010 è raddoppiata la percentuale di giovanissimi che hanno avuto esperienze in Internet che li hanno turbati, passata dal 6 al 13% del totale. Il 31% ha visto immagini pornografiche e il 58%, quasi 6 su dieci, non ha difeso le vittime di messaggi ostili letti in Rete. Sono i principali risultati della ricerca “EU Kids online” su rischi e opportunità di Internet per bambini e ragazzi, condotta dall’OssCom (Centro di ricerca sui media e la comunicazione) dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e l’Ats Parole Ostili (formata da Associazione Parole O_Stili, Università Cattolica e Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo).
L’indagine è stata presentata oggi a Roma in occasione dell’evento “Crea, connetti e condividi il rispetto: un Internet migliore comincia con te”, organizzato dal Miur per lanciare il programma di iniziative sulla navigazione sicura e responsabile in Rete previsto nella prima settimana di febbraio. Evento centrale sarà martedì 6, al Teatro Brancaccio di Roma, con il Safer Internet Day 2018, cui seguirà l’iniziativa “Parole e scuola”, prevista il 9 febbraio all’Università Cattolica di Milano.
Generazione sempre connessa
Secondo la ricerca, è lo smartphone lo strumento più diffuso tra i ragazzi, il 97% dei quali lo utilizza quotidianamente per andare online. La percentuale scende al 51% nella fascia d’età tra i 9 e i 10 anni. Le attività online più diffuse sono quelle relative alla comunicazione e all’intrattenimento: il 77% dei ragazzi di 9-17 anni usa internet tutti i giorni per comunicare con amici e familiari, poco più della metà guarda video online e visita quotidianamente il proprio profilo sui social media. Il 37% usa internet quotidianamente per fare i compiti a casa.
Tanti i rischi dietro l’angolo
Al crescere dell’utilizzo aumentano anche i rischi cui i ragazzi possono essere esposti. Circa un terzo degli intervistati (il 31% per la precisione), della fascia d’età 11-17 anni ha letto messaggi d’odio o commenti offensivi legati al colore della pelle, alla nazionalità o alla religione. Dal 2001 è più che raddoppiata, passando dal 6 al 13, la percentuale di ragazzi che hanno avuto esperienze in internet che li hanno turbati. Di fronte a questi contenuti i ragazzi hanno provato tristezza (52% dei casi), disprezzo (36%), rabbia (35%) e vergogna (20%) ma nonostante ciò il 58% del campione afferma di non aver fatto nulla. Il 42%, comunque, ha cercato di aiutare la vittima. Sono poi il 6% i bambini e i ragazzi di 9-17 anni che sono stati vittime di cyberbullismo nell’ultimo anno, il 19% quelli che vi hanno assistito. In questo caso i ragazzi si dividono equamente fra quanti hanno cercato di aiutare la vittima (49%) e quanti non hanno fatto nulla (50%). Aumenta l’esposizione a siti o blog con discussioni legate a contenuti negativi razzisti e discriminatori (33% degli intervistati).
Ancora poche le segnalazioni
Di fronte alla violenza dilagante nella rete, il 35% ha adottato una forma di risposta «passiva», sostanzialmente ignorando il problema o sperando che si potesse risolvere da solo. Un ragazzo su quattro (il 25%), non ne ha parlato con nessuno e il 22% ha bloccato i contatti violenti. Soltanto il 2% ha segnalato contenuti o contatti inappropriati ai gestori delle piattaforme e dei social network. Chi ha deciso di affrontare la situazione di disagio si è rivolto per il 47% agli amici e per il 38% ai genitori.
«Sapere riconoscere i pericoli della Rete»
«Come comunità educante dobbiamo fare la nostra parte», ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. «La Rete – ha aggiunto – è una grande opportunità ma dobbiamo fare in modo che i nostri giovani sappiano riconoscere e isolare i rischi e le situazioni problematiche che possono verificarsi navigando».
Pronto un piano operativo
In occasione del Safer Internet Day del 6 febbraio, il Miur avvierà i lavori del Tavolo tecnico inter-istituzionale, insediato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e coordinato da viale Trastevere, che elaborerà un Piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo e realizzerà un sistema di raccolta di dati per monitorare l'evoluzione di questi fenomeni, avvalendosi anche della collaborazione della Polizia postale e delle comunicazioni e con altre Forze di polizia. «Abbiamo a disposizione 1 milione di euro per le azioni di contrasto», ha annunciato la ministra.