Voleva uccidere. Fare vittime, colpendo dei nostri soldati. Questo è certo. Non si capisce però, ed è tutto da chiarire, se voleva collocare la bomba all’interno della caserma e poi scappare, oppure compiere un vero e proprio attacco suicida. Lo scoppio è avvenuto alle 7.45, prima dell’alzabandiera, alla porta carraia della caserma dell’Esercito “Santa Barbara” di piazzale Perrucchetti. La struttura è sede di un centro Nato, del Primo reggimento trasmissioni e del Reggimento artiglieria a cavallo. Un libico di 35 anni è arrivato davanti alla porta carraia con una cassetta che conteneva un ordigno, a reazione chimica. L’uomo ha cercato di approfittare dell’ingresso di un militare che stava entrando con la sua auto, una Fiat Punto, per prendere servizio. L’attentatore ha cercato così di intrufolarsi, ma i militari di guardia hanno subito reagito, puntandogli contro i fucili mitragliatore. È stato a quel punto che il libico ha fatto esplodere l’ordigno. Un tremendo boato: l’attentatore a terra in un lago di sangue, le schegge che raggiungono un caporale e un muro danneggiato. È l’epilogo di un gesto che poteva avere conseguenze ben peggiori. La bomba – diranno gli esperti – era in grado di uccidere. L’uomo prima avrebbe urlato parole in arabo, ma non frasi in italiano contro i militari in Afghanistan, ha precisato il comandante della caserma Santa Barbara, colonnello Valentino De Simone, smentendo alcune testimonianze. Il bombarolo si chiama Mohamed Game, ed è ricoverato in gravi condizioni, ma non è in pericolo di vita, all’ospedale Fatebenefratelli. Ha perso una mano e la vista. È in stato di fermo, piantonato in camera. Su di lui pendono le accuse di strage, detenzione, porto abusivo e fabbricazione di esplosivi. Il soldato ferito da una scheggia, è il caporale Guido La Veneziana, 20 anni, originario di Brindisi.«È un fatto gravissimo da tutti i punti di vista ma non è da enfatizzare. L’attenzione delle forze dell’ordine è massima», ha detto il procuratore aggiunto, coordinatore dell’antiterrorismo, Armando Spataro, che nelle indagini aiuterà il titolare dell’inchiesta e cioè il pm Maurizio Romanelli, che in passato ha già condotto parecchie inchieste sul terrorismo islamico tra cui quella che portò all’arresto e alla condanna di “Mohamed l’egiziano”, il fondamentalista legato agli attentati di Madrid. I due magistrati saranno aiutati nelle indagini dal Reparto operativo speciale dei carabinieri (Ros), dal Nucleo informativo, sempre dei carabinieri, dal Nucleo operativo dell’Arma, diretto dal tenente colonnello Lorenzo Falferi e dalla Digos. Numerosi gli aspetti da chiarire: ad esempio se Game abbia agito da solo. Oppure se faccia parte di un ingranaggio più complesso, legato a cellule terroristiche.Tuttavia, da una prima perquisizione fatta dalle forze dell’ordine al suo domicilio non sarebbero emersi però elementi riconducibili alla lotta armata di matrice islamica. Sono stati però sequestrati scritti e computer. Si tende ad accreditare l’ipotesi del caso isolato.Non è la prima volta che la caserma di piazzale Perrucchetti compare in dossier di fondamentalisti o è oggetto di minacce. Per esempio era comparsa in alcune intercettazioni a carico di due marocchini poi arrestati nel dicembre del 2008.