martedì 28 settembre 2021
L'Istituto dopo la segnalazione di Avvenire: la procedura funziona, rivedremo le 200mila richieste rifiutate
Una sede Inps

Una sede Inps - Ansa

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A fronte delle numerose segnalazioni di famiglie che sin da luglio hanno presentato la domanda per l’assegno temporaneo per figlio, e che ancora non sanno se la pratica è stata accettata o respinta, l’Inps risponde assicurando che la nuova procedura a beneficio dei figli minorenni di autonomi, professionisti e famiglie Iva, pur molto complessa, sta procedendo «speditamente».

L’Istituto ha inviato ad Avvenire una «precisazione» a seguito dell’articolo pubblicato domenica (QUI), in cui appunto si raccoglievano e segnalavano i disagi di migliaia di nuclei e in cui si rilanciava l’appello del Forum delle famiglie a prorogare dal 30 settembre al 30 ottobre la scadenza per presentare l’istanza on line e ricevere gli assegni in modo retroattivo.

Un disagio che ha già spinto la ministra della Famiglia, Elena Bonetti, a chiedere «un approfondimento all’Inps su quanto segnalato» dalle associazioni familiari perché «l’assegno è un diritto e compito delle istituzioni è mettere le famiglie nelle condizioni di potervi accedere».

Inps spiega che l’istituto si è assunto l’onere di verificare i requisiti dei richiedenti, senza gravare i cittadini. In totale, spiega l’ente previdenziale, si tratta di 28 diversi «check», 28 verifiche su ogni dato. Con la difficoltà aggiuntiva che la gran parte dei richiedenti non erano "vecchi utenti" di Inps. «Un obbligo di controlli imprescindibile per una corretta gestione delle risorse pubbliche, che l’Inps sta svolgendo con tecnologie innovative che consentono articolate verifiche», scrive l’ufficio stampa di Inps.

L’istituto aggiunge anche i dati al 24 settembre, che non smentiscono ma provano a dare una prima spiegazione alle segnalazioni delle famiglie su mancate risposte o erogazioni non ancora avvenute: a fronte di 793mila assegni per minori richiesti (riferiti alle 472mila domande pervenute) e al netto dei rigetti, delle rinunce e delle domande pervenute dopo il 7 settembre e ora in lavorazione, ad oggi è stato pagato - scrive l’Inps - oltre il 55% degli assegni (312mila), e il restante 35% (251mila) «è stato già autorizzato ed andrà in pagamento nei prossimi giorni».

in relazione alla complessità del nuovo assegno, spiega Inps, «l’andamento dei pagamenti è stato lineare e corretto, seguendo procedure di controllo che devono esserci, per il bene di tutti». Nella precisazione l’istituto previdenziale si dice d’accordo ad una proroga dal 30 settembre al 30 ottobre del termine entro cui presentando la domanda si ottengono anche gli assegni di luglio e agosto. Una proroga che sarebbe utile anche «dato il flusso delle domande inferiore alle attese»: la platea potenziale è infatti di un milione di famiglie ed è diffusa la sensazione che molti nuclei non ne siano venuti a conoscenza.

Ad essere ora sotto particolare attenzione è il dato delle domande respinte, che preoccupa la politica e il Forum delle famiglie. L’Inps ha detto «no» a oltre 200mila assegni. Una platea di 150-155mila rifiuti consiste in nuclei in cui, secondo l’istituto, ci sarebbe un genitore titolare di rapporto di lavoro dipendente, e che quindi avrebbe diritto a chiedere gli assegni familiari "ordinari".

Ma nelle ultime ore l’Inps ha avviato una revisione di questi rifiuti, perché alcuni dati potrebbero essere vecchi rispetto al momento in cui le famiglie hanno chiesto l’assegno. In sostanza, per l’Inps potrebbe esserci un lavoratore dipendente e nella realtà potrebbe non esserci. In questa platea di oltre 150mila «no» potrebbero essere caduti stagionali e lavoratori temporanei. Il supplemento di verifica è iniziato in queste ore e forse è su questo che è andata a insistere la richiesta di approfondimento della ministra Bonetti.

Gli altri rifiuti: 40mila sono percettori di Reddito di cittadinanza, e quindi ricevono l’assegno temporaneo per altra via; in 16 mila già casi già venivano erogati gli assegni ordinari; 20mila non erano cittadini italiani o stranieri in possesso di permesso di soggiorno; 1.200 avevano un Isee superiore al limite massimo di 50mila euro.
Quanto al fatto che chi ha ricevuto il rigetto della domanda non ha avuto spiegazioni, l’istituto si impegna a inviare risposte formali una volta mandate a regime le erogazioni, che in base ai dati visti sopra stanno iniziando a lievitare solo in queste ore. «Mano a mano il processo digitale andrà ottimizzandosi», rassicura l’Inps affermando di comprendere che «i tempi di accoglimento ed erogazione del beneficio possono non aver coinciso con l’aspettativa di alcuni utenti».
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