Ansa
Via libera all'assegno unico per i figli da parte del Consiglio dei ministri. Ora manca solo il parere (scontato) delle commissioni parlamentari competenti per far decollare il nuovo strumento, che diventerà effettivo dal primo marzo. Il sostegno per i figli andrà chiesto all'Inps e l'accredito arriverà direttamente sul conto corrente della famiglia.Il contributo economico pieno sarà di 175 euro a figlio ma le famiglie numerose avranno una maggiorazione di 85 euro a partire dal terzo figlio e un forfait aggiuntivo di 100 euro con quattro o più minori. Si tratta delle cifre destinate alle famiglie con un reddito Isee entro i 15mila euro. Al superamento della soglia gli importi scendono progressivamente fino ai 50 euro a figlio destinati ai nuclei con Isee da 40mila euro in su. L’assegno va a sostituire e integrare le varie misure destinate alle famiglie e ai bebé (assegni, detrazioni e bonus). Si tratta di uno strumento a lungo atteso in un Paese in forte crisi demografica come l'Italia. E'destinato a tutti i figli entro i 21 anni, se ancora a carico, ma dopo i 18 si dimezza. Sono previste maggiorazioni per i disabili. Potranno avere il sostegno anche gli immigrati con permesso di soggiorno e almeno due anni (anche non continuativi) di residenza in Italia.
Il criterio scelto è quello di un assegno che aumenta in modo progressivo all’allargarsi delle famiglie e decresce man mano che la ricchezza aumenta.
Ma senza tradire l’obiettivo dell’universalità: un mini-contributo andrà a tutti. Gli esempi. La famiglia con Isee entro i 15mila euro con un figlio minorenne avrà 175 euro al mese, che scendono a 85 al superamento dei 18 anni e fino ai 21. La cifra raddoppia se i figli sono due (350 euro se minorenni). Al terzo scattano 85 euro in più: il nucleo riceverà quindi 610 euro (175+175+260).
Al quarto figlio arriva anche la maggiorazione da 100 euro (solo per chi sta entro i 25mila euro Isee): in tutto si arriva così a 970 euro mensil. Prevista una ulteriore quota di 30 euro al mese per ciascun figlio se entrambi i genitori lavorano: in questo caso la famiglia arriverebbe quindi a 1.090 euro. Mentre 20 euro al mese in più a figlio andranno alle mamme "under 21", indipendentemente dal reddito.
I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli.
In questo caso non scatta né la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori, né il contributo aggiuntivo da 100 euro per i nuclei numerosi. Importi intermedi decrescenti per le famiglie con redditi superiori ai 15 e inferiori ai 40mila euro. La domanda per l’assegno andrà presentata all’Inps dal 1 gennaio e varrà per il periodo da marzo a febbraio dell’anno dopo. Chi non presenta la certificazione Isee (che valuta oltre ai redditi anche il patrimonio finanziario e immobiliare) avrà diritto alla quota minima.
L'assegno unico, ha spiegato questa mattina la ministra della Famiglia Elena Bonetti, riguarderà "oltre 7 milioni di famiglie" e poiché "i dati certificano che metà delle famiglie ha meno di 15mila euro di Isee, circa la metà della platea potrà prendere la cifra massima". Per l'intervento sono stati stanziati "circa 20 miliardi" l'anno (dei quali 6-7 aggiuntivi) " che garantiranno il carattere universalistico di una misura destinata "anche alle famiglie che oggi non ne hanno diritto".
Il governo "ha dimostrato di voler gettare le fondamenta per una riforma strutturale delle politiche familiari. È la prima volta che accade in Italia e per questo ringraziamo l'impegno di tutte le forze parlamentari che si sono ritrovate intorno a questo tema capace di unire il Paese", ha dichiarato Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari. "Monitoreremo l'iter dell'assegno affinché nessuna famiglia ci perda ma tutti ci guadagnino".
Domande da gennaio, erogazione da marzo
Le famiglie dovranno farne richiesta (obbligatoria) all’Inps, che provvederà all’erogazione a partire dal mese di marzo con un accredito sul conto corrente.