L'uomo, secondo i primi particolari che
emergono dalla vicenda, è stato individuato grazie alla
testimonianza di un cittadino, che si è presentato alla caserma
dei carabinieri di Bollate dicendo di avere visto un
uomo che assomigliava alle immagini dell'assassino riprese dal
circuito di videosorveglianza, diffuse dagli inquirenti.
I militari sono subito intervenuti
per compiere le verifiche, individuando il sospettato in casa della convivente,
una bollatese, nel cui appartamento si trovava temporaneamente
(risiede in provincia di Varese).
Portato in caserma, dopo un serrato interrogatorio, condotto
dal pm che coordina le indagini, Nadia Calcaterra, e dagli
uomini del Nucleo investigativo di Varese, l'uomo ha confessato
sia le sue responsabilità sia il movente. Ed è stato posto in
stato di fermo con l'accusa di omicidio volontario.
Si tratta di uno "sbandato" di circa 40 anni, un
disoccupato con piccoli precedenti penali che non conosceva
la gioielliera, e che da giovane aveva fatto
l'ausiliario dei carabinieri. Avrebbe anche confermato di aver
colpito selvaggiamente la donna quando ha tentato di reagire
alla sottrazione di alcuni gioielli.