Il terrorista rosso Cesare Battisti, 63 anni, condannato a 4 ergastoli per altrettanto omicidi in Italia negli anni di piombo è stato arrestato nella città brasiliana di Corrumba, dalla polizia stradale federale, mentre tentava di scappare in Bolivia. Gli inquirenti sospettano che stesse tentando di scappare in Bolivia, dopo che l’Italia ha chiesto che venga revocato lo status di rifugiato per estradato in Italia per scontare la pena. Il presidente brasiliano Michel Temer si era espresso recentemente a favore dell’estrazione in Italia ed il 27 settembre Battisti aveva presentato ricorso al Tribunale Supremo.
La richiesta di Temer, di rivalutare la posizione di Battisti su richiesta italiana, era stata appoggiata anche dai ministri della Giustizia, Torquato Jardim e dal titolare degli Esteri, Aloysio Numer Ferreira. Nel 2010 era stato l’allora presidente Inacio Lula da Silva a sovvertire la scelta sempre del Tribunale Supremo che aveva concesso l’estradizione di Battisti, che si era rifugiato in Brasile nel 2007 dopo essere scappato dalla Francia, dove per oltre 30 anni era vissuto liberamente.
L’arrivo all’Eliseo di Nicolas Sarkozy aveva cambiato il regime di condiscendenza con cui la Francia aveva accolto decine di terroristi italiani. Il 25 settembre l’Italia aveva presentato una nuova istanza per rivedere la decisione dell’ex presidente Lula che aveva concesso l’asilo politico a Battisti. Il legale del terrorista Battisti, Igor Santana, ha sostenuto di «non sapere se ci siano giustificazione per l’arresto». Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha subito invece twittato chiedendo che le «autorità lo restituiscano all’Italia, subito».
"Oggi con l'ambasciatore Bernardini per riportare Battisti in Italia e assicurarlo alla giustizia. Continuiamo lavoro avviato con autorità brasiliane". È quanto invece ha sottolineato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in un tweet postato dalla Farnesina sul suo sito.