Ario Gervasutti
Cinque colpi di pistola sono stati esplosi la notte scorsa da sconosciuti a Padova contro l'abitazione del giornalista Ario Gervasutti, ex direttore de Il Giornale di Vicenza, ora nell'ufficio centrale del Gazzettino. Tre dei cinque proiettili si sono conficcati nella
camera del figlio. Nessuno è rimasto ferito. L'abitazione, una bifamiliare, si trova nell'immediata periferia della città, a
Chiesanuova. Il fatto è avvenuto poco prima delle 2. Sul posto sono accorsi i carabinieri di Padova.
Il giornalista stava dormendo assieme a sua moglie e ai suoi due figli quando è stato svegliato di soprassalto dai colpi secchi di pistola. Cinque in tutto. I proiettili hanno bucato le tapparelle della camera di uno dei figli, infranto il vetro della finestra e si sono
conficcati sul muro. Nessuno, per fortuna, è rimasto ferito. Nonostante lo choc, Gervasutti ha chiamato il 112.
I carabinieri hanno esaminato l'area, alla ricerca di tracce che possono chiarire come ha agito l'attentatore. Il giornalista e la famiglia sono sentiti dell'Arma per comprenderne, tra l'altro, il movente. Gervasutti avrebbe escluso di aver ricevuto minacce.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha espresso la propria solidarietà a Gervasutti, esprimendo l'impegno a fare chiarezza sull'accaduto e individuare i responsabili. "È un episodio gravissimo, che va condannato senza se e senza ma, acuito dal fatto che la minaccia contro un giornalista significa di conseguenza un attacco contro opinioni ed idee. La mia piena e completa solidarietà al cronista Ario Gervasutti e naturalmente alla sua famiglia", è il commento del presidente del Veneto Luca Zaia su quanto accaduto al giornalista.
Solidarietà è arrivata dalla Federazione nazionale della stampa (Fnsi), dal Sindacato e dall'ordine dei giornalisti del veneto, dal Comitato di redazione del Gazzettino, dalla presidente del Senato Alberti Casellati, da Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia e da Marianna Madia del Pd e dal Movimento 5 stelle del Veneto.
"Siamo di fronte a un avvertimento mafioso, e spero ancora che abbiano sbagliato 'indirizzo'. Di certo con me hanno sbagliato persona, perché non cambio la mia idea del mestiere di giornalista, che scrive pane al pane, e vino al vino". Così lo stesso Ario Gervasutti ha commentato con l'Ansa l'attentato di cui è stato vittima. "Preoccupa che sia l'opera di un professionista - aggiunge -, perché 5 colpi sparati da 20 metri, sotto il diluvio di pioggia di ieri notte, tutti finiti nel raggio di un metro, vicino la finestra della camera di mio figlio, non sono azione di un balordo". Gervasutti conferma di non aver ricevuto minacce recentemente. "In realtà - spiega - ora scrivo abbastanza poco, sono concentrato sulla 'macchina' del giornale. Certo ho scritto commenti e corsivi su grandi fatti d'attualità, come la Popolare di Vicenza, o la cellula terroristica kosovara scoperta un anno fa a Venezia, ma voglio pensare che non possa essere il mio lavoro il motivo di questo attentato".