mercoledì 8 agosto 2018
L'accordo tra ordine dei commercialisti con il Tribunale della città veneta ha permessi di scoprire molti comportamenti illeciti ai danni dei più deboli
Un anziano in carrozzina (Ansa)

Un anziano in carrozzina (Ansa)

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Non solo c’è chi si è intascato i soldi dell’anziano o del disabile di cui si prende cura, ma c’è anche chi ha venduto la casa della persona in difficoltà e si è tenuto quanto ricavato, oppure ha prelevato dal conto corrente per pagare il mutuo della figlia.
Sono decine gli amministratori di sostegno vicentini che rischiano di finire a processo per peculato, l’appropriazione indebita da parte di chi riveste un incarico pubblico.

La notizia emerge nei giorni in cui l’Ordine dei commercialisti di Vicenza, che ha sottoscritto una convenzione apposita con il tribunale berico, ha completato il controllo su 1.500 rendiconti annuali che gli stessi amministratori sono obbligati a depositare ogni anno a febbraio presso il giudice tutelare che li ha nominati.

Si tratta di professionisti, e molto più spesso di parenti, che si sono dimostrati in malafede nel seguire i conti di un congiunto o di un affidatario in situazione di fragilità. Alcuni di loro sembrano dunque aver compiuto un reato vero e proprio, come l’amministratore che ha fatto propria una cifra superiore ai 100mila euro appartenente a un anziano o quello che ha investito in titoli azionari il denaro depositato nel conto di un malato.

Altri hanno compiuto prelievi o fatto acquisti non giustificati, oppure non si sono neppure presi la briga di presentare il rendiconto o, ancora, lo hanno infarcito di errori nella registrazione delle spese.

Quello che si è palesato nel Vicentino dunque è uno spaccato di grave infedeltà da parte di chi dovrebbe occuparsi con la massima cura del rispetto e della tutela di persone che occupano le fasce più vulnerabili della popolazione. L’amministrazione di sostegno peraltro è in forte espansione in terra berica. A oggi sono 4 mila le pratiche aperte in tribunale, in costante crescita. Per questo l’accertamento della correttezza della gestione delle risorse da parte degli amministratori è sempre più importante.

Il lavoro dei commercialisti, secondo il presidente del tribunale Alberto Rizzo, è stato egregio, anche perché permette ai giudici di lavorare senza dover far fronte alla montagna di controlli che ogni caso prevede. E dire che la convenzione che lo ha reso possibile era stata messa sotto accusa poche settimane fa proprio da Livio Dal Santo, commercialista a sua volta e amministratore di sostegno della figlia. A far infuriare il professionista il fatto che, dopo aver eseguito il controllo sul rendiconto annuale, i colleghi hanno la possibilità di inviare la parcella direttamente all’amministrato, ovvero all’anziano o al disabile. In 4 mila case vicentine arrivano così conti da 80 a 550 euro, a seconda dell’ammontare del rendiconto. Una procedura che per Dal Santo non solo scarica i costi della giustizia sui più deboli, ma viola palesemente la privacy di chi vive in situazione di disagio e necessita di sostegno.

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