Sono stati identificati dalla polizia il promotore e alcuni esponenti di rilievo della cellula italiana di Anonymous, il gruppo hacker che dallo scorso gennaio ha organizzato e condotto numerosi attacchi informatici a siti web istituzionali e di aziende di rilevante interesse nazionale. Gli investigatori del Centro nazionale anticrimine informatico (Cnaipic) della polizia delle comunicazioni, coordinati dalla procura della Repubblica di Roma, hanno denunciato 3 persone, di cui una minorenne, ed eseguito 32 perquisizioni su tutto il territorio nazionale e una in Svizzera, nel Canton Ticino, con l'ausilio della polizia cantonale ticinese.Ingenti i danni sino ad oggi provocati alle istituzioni ed alle aziende, che una volta colpiti dall'attacco non sono in grado di erogare servizi all'utenza ed il ripristino della normale funzionalità del sito web spesso avviene dopo molte ore, a fronte di spese consistenti. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa prevista alle ore 10.45 presso gli uffici del servizio polizia postale e delle comunicazioni a Roma.E' Thre il nickname utilizzato dal promotore delle attività di hackeraggio del gruppo Anonymous, che in queste ore è stato smantellato dal Cnaipic della polizia delle comunicazioni. Thre è un cittadino italiano residente in Canton Ticino e per fermarlo la polizia ha agito in regime di rogatoria internazionale in collaborazione con la polizia cantonale. Il numero dei denunciati è salito a 8, ma sono ancora molte le posizioni al vaglio degli inquirenti. Dopo aver individuato i computer da cui partivano gli attacchi, la polizia sta ora individuando i responsabili da cui arrivano le prime ammissioni di colpevolezza.Il gruppo di hacker, scoperti durante l'operazione Secure Italy, votava per la scelta dell'obiettivo degli attacchi tramite social network come Facebook e Twitter e poi agiva utilizzando software che facilitavano l'attività, il più usato era Loic (Low Orbit Ion Cannon). Le operazioni di hackeraggio erano iniziate nei primi giorni di gennaio, per poi diminuire tra aprile e maggio e riacutizzarsi nelle ultime 2 settimane. I siti più bersagliati erano quelli istituzionali di Camera, Senato e Governo, ma negli ultimi giorni sono stati attaccati anche i siti web di Agcom e di aziende private come Enel, Eni e Mediaset.