Andreotti ricevuto da papa Paolo VI
Oggi, lunedì 14 gennaio, Giulio Andreotti avrebbe compiuto cento anni e due eventi, che sembrano unire le due sponde del Tevere, quella della politica laica e quella ecclesiastica vaticana, ne apriranno l’anno del centenario: il giorno del genetliaco verrà inaugurata in Senato la mostra fotografica Giulio Andreotti, una vita per lo Stato, alla presenza della presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, mentre mercoledì 16, sempre in Senato, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, presenterà insieme a Gianni Letta, presidente del comitato del centenario, il libro edito dalla Lev I miei santi in paradiso, l’amicizia di Giulio Andreotti con le figure più note del Cattolicesimo del Novecento.
La presentazione, organizzata dall’Associazione Giovane Europa presieduta da Angelo Chiorazzo, vedrà la partecipazione di cardinali, personalità della politica, dell’economia e della cultura. Un’occasione per ricordare un protagonista della politica, padre costituente, sette volte presidente del consiglio, 27 volte ministro, deputato dal 1946 al 1991 e senatore a vita dal 1991 al 2013. Ma sarà anche una serata che, inevitabilmente, susciterà spunti di riflessione sull’impegno dei cattolici in politica oggi. Infatti, anche se apparentemente il libro della Lev (curato da chi scrive con padre Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia) riguarda i rapporti privati tra Andreotti e personalità oggi sante o sulla via degli altari – dai Papi a don Gnocchi, da don Mazzolari a La Pira, da Madre Teresa di Calcutta a Escrivá de Balaguer – quei rapporti furono sempre vissuti nella concretezza delle vicende politiche di allora, piccole e grandi, locali e mondiali. Rileggere oggi alcuni carteggi, tratti dall’archivio dello statista conservato all’Istituto Sturzo, è come mappare il Dna della nostra Repubblica, a partire da quella straordinaria rete di rapporti nei quali Andreotti crebbe ai tempi della Fuci, con Montini, La Pira, Mazzolari, Moro, Pacelli. Mentre scoprire l’aiuto dato da Andreotti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio a sacerdoti come don Carlo Gnocchi o don Zeno Saltini, permette di capire la grandezza e l’attualità della ricostruzione del tessuto sociale che avvenne nel dopoguerra.
Come ha scritto Gianni Letta nell’introduzione al libro: «La caratteristica di Andreotti è sempre stata quella di farsi sottile, quasi inesistente, puro tramite operativo di sapienza cristiana più alta, secondo gli imperscrutabili disegni della Provvidenza». Il libro è tutt’altro che il tentativo di beatificare Andreotti o di difenderlo, usando uno stuolo di santi e beati, dalle accuse che gli furono mosse in vita. Per quello ci sono state le sentenze di assoluzione della Cassazione, anche se alcuni 'irriducibili' ancora oggi si ostinano a non riconoscerle come tali. Arrivarono dopo dieci anni nei quali Andreotti fu accusato di reati gravissimi e nel libro emerge l’umanità con la quale Andreotti affrontò quella bufera e la discrezione con la quale tenne fuori dallo scontro la sua amicizia con Giovanni Paolo II, con Madre Teresa di Calcutta, con Alvaro del Portillo, e con altri che non gli fecero mai mancare fiducia e amicizia.
Ma la presentazione del 16 alla Sala Zuccari e l’inaugurazione della mostra di lunedì non saranno i soli appuntamenti che si svolgeranno nei giorni di apertura del centenario: martedì 15, infatti, sarà inaugurata presso il complesso monumentale di San Salvatore in Lauro la mostra fotografica Giulio Andreotti, immagini di una vita, voluta dai figli dello statista, che resterà aperta gratuitamente al pubblico più di un mese, mentre il 16 gennaio, nel pomeriggio, sarà tenuta una commemorazione alla Camera. Il Parlamento Europeo, invece, su iniziativa del presidente Antonio Tajani e del parlamentare europeo Lorenzo Cesa ricorderà a marzo la figura di Andreotti e il suo impegno per la costruzione dell’Unione Europea. Inoltre il comitato del centenario sta già programmando le iniziative che si svolgeranno nel corso dell’anno: dalla lectio magistralis di monsignor Rino Fisichella su Andreotti e la Santa Sede, organizzata a maggio dall’Associazione Giovane Europa, al convegno su Andreotti, De Gasperi e gli anni della ricostruzione. E, poi, un convegno su Andreotti e il Medio Oriente, uno sulla Cina e uno sulla Nato. Per essere un centenario che rappresenta 'il buio della Repubblica' come ha scritto qualcuno, sembra invece che ci sia una buona luce.
Politico Dc di lungo corso
Politico, scrittore, giornalista, esponente della Democrazia Cristiana, sette volte presidente del Consiglio e 27 volte ministro. Giulio Andreotti nacque a Roma il 14 gennaio del 1919. Nel 1947, a 28 anni, fu sottosegretario nel governo De Gasperi. Nel 1991 fu nominato senatore a vita. Fu processato due volte (a Perugia come mandante dell’omicidio del giornalista Pecorelli e a Palermo per associazione mafiosa) e due volte fu assolto. Morì a Roma il 6 maggio del 2013.
Foto e documenti dall'archivio dell'Istituto Sturzo
Le due mostre fotografiche su Andreotti, quella che si apre lunedì 14 presso la Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini" e quella che aprirà martedì al complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, rappresentano un percorso tra immagini e documenti, in gran parte provenienti dall’archivio personale depositato presso l’Istituto Luigi Sturzo, che intende ripercorrere le tappe fondamentali della vita politica e privata di Andreotti. Le mostre, accessibili al pubblico gratuitamente, sono frutto di una collaborazioni tra diverse istituzioni pubbliche e private e resteranno aperte fino al 10 febbraio (Biblioteca Spadolini) e fino al 17 febbraio (San Salvatore in Lauro) di quest’anno.