Il premier Conte con il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi (Ansa)
Ancora è in pieno svolgimento il contrasto con la Francia, nato dalle affermazioni dei leader 5 stelle sulle politiche francesi che ancora 'frenano' l’Africa (alle quali arriva a dare piena 'copertura' anche il vicepremier leghista Matteo Salvini), quando divampa il caso tedesco. Sempre in chiave di contrapposizione con l’Italia. La Germania annuncia di 'sospendere' la sua partecipazione alla missione europea Sophia contro i trafficanti di migranti nel Mediterraneo. «Nel quartier generale restano i nostri uomini, ma l’invio della nave 'Berlin' è sospeso. Noi riteniamo che debbano essere chiariti meglio i compiti della missione», precisa un portavoce della Difesa tedesca. Ma sono le motivazioni non dette a 'pesare': sarebbe infatti una risposta alla linea dura del governo italiano sull’accoglienza. «Non è un problema», è la pronta replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini, primo critico di un’operazione che «aveva come mandato di far sbarcare tutti gli immigrati solo in Italia, e così ha fatto con 50mila arrivi», aggiunge.
Si apre così un altro fronte in Europa proprio mentre il premier Giuseppe Conte provava a ricucire lo strappo con Parigi per le accuse di neocolonialismo mosse da Di Maio e Di Battista e costate la convocazione dell’ambasciatrice italiana al Quai D’Orsay, la Farnesina francese. In sostanza, dall’inizio di febbraio la nave tedesca 'Augusta' si ritirerà, ma il previsto avvicendamento con la 'Berlin' non ci sarà. Secondo fonti governative citate dall’agenzia Dpa, la decisione di Berlino sarebbe la conseguenza della politica dei porti chiusi decisa dal governo giallo- verde.
Lo strappo tedesco è arrivato inatteso, tanto più che era stata l’Italia a minacciare l’abbandono della missione, chiamata ufficialmente EunavForMed. Peraltro, tutti i precedenti tentativi in sede europea per cambiare le regole d’ingaggio di Sophia finora sono andati a vuoto e la missione è stata tenuta in vita con una proroga tecnica di tre mesi. La mossa tedesca, anche se temporanea, colpisce perché viene resa nota proprio nel giorno in cui la cancelliera Angela Merkel vede il presidente francese Emmanuel Macron per rinsaldare l’asse franco-tedesco. E prefigura una contrapposizione tra l’Italia e i due 'pesi massimi' dell’Ue a pochi mesi dalle elezioni europee.
Contro i «francesi neocolonialisti » in mattinata era tornato a scagliarsi anche Salvini: «Il problema dei migranti ha tante cause, c’è chi in Africa sottrae ricchezza a quei popoli e a quel continente e la Francia è tra questi», ha affermato il ministro dell’Interno. Aggiungendo (in chiave sovranista) che Parigi «ha interessi opposti a quelli italiani»: vedi la contesa in Libia per l’energia. E, in serata, ancora Di Maio ha rilanciato «la battaglia di civiltà» del M5S «contro l’ipocrisia di Macron».
Palazzo Chigi e la Farnesina hanno invece cercato di mediare per stemperare gli animi, rivendicando al contempo le istanze dell’Italia. Sia Conte sia il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, hanno infatti derubricato i battibecchi tra Roma e Parigi a «discussione politica», considerando i toni accesi parte della retorica pre-elettorale. Anzi, ha detto Conte, è auspicabile che «la campagna elettorale sia occasione per confrontarsi sui temi europei». Moavero, che ha avuto un colloquio «franco ed esplicito» col collega transalpino Le Drian a Bruxelles, è stat ancora più chiaro: «È giusto che l’Ue si interroghi sul suo passato in Africa», per «ridefinire i rapporti con i suoi Stati» alla luce delle attuali sfide, come gli sbarchi. Non dà peso al conflitto pure l’Unione, che però si è indirettamente schierata con Parigi sostenendo che nella Ue «non ci sono colonialisti».