Un governo di alto profilo per l'Italia. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceve al Quirinale Mario Draghi il 3 febbraio scorso per conferirgli l'incarico - Ansa / Epa / Quirinale
C’è voluto qualche giorno, ma sembra che finalmente i partiti abbiano capito che l’indicazione data dal presidente della Repubblica nella tesa serata di martedì non era equivocabile. Sergio Mattarella, infatti, poco prima di convocare Mario Draghi si era appellato «a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica».
Tutti, quindi, sono stati chiamati a collaborare. Senza colorazioni politiche: non più gialli, verdi, rossi, azzurri, bianchi, ma Tricolori. Dopo le incertezze delle prime ore, sembra che il messaggio sia passato. Nel Movimento 5 stelle, che pure deve arginare al suo interno le pulsioni "anti-sistema" delle origini, tira aria di sostegno a Draghi.
Ne sapremo di più oggi, quando addirittura Beppe Grillo - il profeta del "vaffa" che otto anni fa voleva «aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno» e processare lo stesso Draghi, Bankitalia, la Consob e i vertici del Pd per la vicenda Montepaschi - dovrebbe sedersi al tavolo delle consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato, a quanto si dice con spirito collaborativo.
Ieri, tra gli altri, il leader della Lega Matteo Salvini si è mostrato disponibile a sostenere il futuro esecutivo «senza veti» nei confronti di nessuno. Sì, quindi, oltre che a Forza Italia e ai vari gruppi centristi, anche agli ex alleati di governo 5stelle, al Pd e a Italia Viva.
Resterebbero fuori soltanto i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, la quale tuttavia non ha escluso «di dare una mano».
A questo punto la prima fase del difficile lavoro di Draghi, quella di assicurarsi un’ampia e solida maggioranza parlamentare, appare indirizzata sulla strada del successo. Le insidie, tuttavia, sono ancora tante. La prima e più immediata riguarda il vizio, tipico della politica, di voler piantare bandierine, riproponendo frammenti dei loro programmi elettorali avulsi dal perimetro di lavoro del governo che dovrebbe nascere.
Anche in questo caso è sufficiente rileggere il citato discorso di Mattarella: il compito è ben delineato, per quanto enorme. Si tratta di sconfiggere il virus sul fronte sanitario, portare a compimento la campagna di vaccinazione, affrontare l’emergenza sociale, occupazionale ed economica, elaborare e mettere in pratica il Next Generation Eu con i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea.
Ce n’è già abbastanza, anche se ci sarebbero altre questioni importanti, ma divisive, su cui decidere. Liti, veti e contro-veti non possono, però, essere messi in programma.