ROMA. L’età media di un dipendente pubblico ormai sfiora i 50 anni, e gli ultimi dati della Ragioneria generale dello Stato registrano il superamento della soglia in alcuni settori, dai ministeri alla ricerca. Parte da queste cifre lo studio del sindacato Confsal Unsa, che avverte che entro il 2019, quasi un dipendente su tre avrà più di 60 anni. Si tratta, «di circa un milione» di lavoratori che per quella data sarà «nella condizione di età anagrafica per uscire dalla Pubblica amministrazione». Il calcolo si basa sulle regole attuali di gioco, o meglio di pensionamento, secondo cui uno statale potenzialmente si può ritrovare fuori anche prima dei 66 anni e sette mesi previsti dalla riforma Fornero. E fino a tutto il 2017 anche senza penalizzazione, purché si sia raggiunta l’anzianità contributiva (per il triennio 2016-2018 a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). Analizzando i dati del Conto Annuale della Ragioneria, si nota come l’età media dei dipendenti pubblici abbia in effetti raggiunto i 49,2 anni nel 2014, in aumento di quasi sei anni rispetto al 2001. Un dato su cui ha pesato sia l’innalzamento dei requisiti per accedere alla pensione sia lo stop alle assunzioni, per altro rafforzato con l’ultima legge di Stabilità. Guardando ai singoli settori, si supera l’asticella dei 50 anni nei ministeri (53,2), Università (51,3), Agenzie fiscali (51,1), mentre i più giovani sono nei vigili del fuoco (45,6) e nelle forze armate (37,7).