"Il governo non farà alcuna richiesta di rinviare il referendum, ma qualora una parte della opposizione fosse disponibile a valutare un'ipotesi di questo genere, io sono convinto che sarebbe un gesto da prendere in altissima considerazione". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, ai microfoni di Rtl, parlando del terremoto. Attesa intanto per oggi la decisione del tribunale di Milano sul ricorso di Valerio Onida, ex presidente della Consulta, contro il quesito referendario. Se fosse investita la Corte Costituzionale, sarebbe necessario rinviare il voto.
L'ipotesi dura un paio d'ore. Poi arrivano la smentita categorica di Palazzo Chigi, le parole di Renzi ("manca un mese, la sfida è sul filo ed ogni voto è decisivo, col no resta tutto così per decenni") la netta chiusura delle opposizioni: Fi, M5s e Lega.
Non sarebbe stato comunque il governo a proporre il rinvio della consultazione referendaria ma se la richiesta fosse arrivata dall'opposizione sarebbe da valutare "anche perché - secondo Alfano - la cultura di Governo e la posizione politica di un movimento come Forza Italia che sta nel Partito Popolare Europeo e che è guidato da qualcuno che ha dovuto subire anche dei terremoti durante la propria gestione del Paese, mi riferisco a Berlusconi e L'Aquila, conosce bene quanto diventi prioritario rispetto a tutto, quanto diventi indispensabile recarsi sui luoghi del sisma, e quanto anche dal punto di vista dello spirito pubblico diventi difficile una campagna elettorale che separa un Paese che invece ha bisogno di essere unito". "Non perdiamo tempo in queste
vicende". Quello sul rinvio della data del referendum "è un dibattito surreale: pur di non parlare del referendum una volta
la settimana c'è un argomento a piacere su cui si discute. Di rinvio ha parlato non soltanto il ministro" sottolinea Renzi.
E se da Fi arriva un secco no, "non siamo disponibili a prendere inconsiderazione ipotesi che vanno annoverate sotto la voce fantapolitica" afferma Renato Brunetta. Il M5s avverte il governo: "Non si azzardi a strumentalizzare per loschi fini politici e per rimandare una votazione che vede Renzi perdente". Secondo la Lega, "Alfano o è un folle o gioca con i drammi del Paese".
Lunedì il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva derubricato l’ipotesi a «boutade giornalistica». Eppure, con il passare dei giorni l’eventualità di un rinvio del referendum costituzionale si è fatta meno remota. Dopo la prima uscita dell’ex segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti («Ci sono tre regioni coinvolte. Decine di migliaia di sfollati»), che sembrava una voce isolata, se ne sono aggiunte altre con motivazioni più ampie. Come quella del presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi.
Il ministro: il governo non farà proposta, ma pronto a discuterne. Palazzo Chigi smentisce: dibattito surreale.
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