Al lavoro per caricare su una camion speciale l'albero di Natale che da Andalo è stato spedito a Roma - Collaboratori
Viene quest’anno dai boschi trentini, dove da oltre un secolo svettava sull’altopiano di Andalo sotto le guglie del Brenta, il maestoso abete rosso arrivato in piazza San Pietro per vegliare il presepe andino donato a papa Francesco da una comunità peruviana. Non porta soltanto il respiro delle foreste trentine, ma farà idealmente sentire anche quello dei piccoli pazienti oncologici ai quali è dedicato un significativo segno di solidarietà degli amici trentini.
Le circa 600 artistiche palle di legno che lo addobbano, scolpite a mano da una trentina di volontari di Andalo, contengono un messaggio natalizio poi donato ai ragazzi dell’associazione Agop (Associazione genitori oncologia pediatrica): «Alcune di queste famiglie – spiega il sindaco di Andalo Alberto Perli – hanno trovato soggiorno gratuito ad Andalo per il periodo delle loro cure presso il centro di protonterapia di Trento; insieme a loro saremo nella mattinata del 10 dicembre all’udienza speciale dal Papa».
Accompagnati dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, ci saranno anche altri amministratori trentini (con il governatore Maurizio Fugatti) e un’ottantina di fedeli di Andalo guidati da don Daniel Romagnuolo: «Sarà un’occasione per stare insieme in un’occasione così significativa – spiega il giovane parroco, da poco arrivato sull’altopiano – che fin dai primi mesi di quest’anno ha coinvolto molte persone del paese».
Fra i più emozionati anche i boscaioli che sabato scorso con mazza e cunei hanno tagliato "l’albero del Papa" e i custodi forestali che, seguendo un rito antico della tradizione boschiva, hanno conteggiato uno ad uno gli anelli, fino ad arrivare a determinare un’età di 113 anni. Un gigante alto 28 metri e pesante circa 80 quintali che è stato sollevato e caricato come un delicato fuscello sul camion che, viaggiando per 600 chilometri nella notte, lo ha portato a Roma come trasporto davvero eccezionale.
I promotori tengono a precisare - anche rispetto a polemiche ricorrenti sul consumo di risorse naturali - che si tratta di un prelievo non solo autorizzato dai responsabili forestali ma anche certificato dalla Gestione Forestale Sostenibile del Gruppo Territoriale Pefc Trentino: «È un messaggio importante – spiega Francesco Dellagiacoma, presidente di Pefc Italia – anche in questo caso fare riferimento alla certificazione forestale nazionale per richiamare l’attenzione alla salvaguardia del Creato. Scelte che vanno poi accompagnate da altre azioni all’insegna del rispetto ambientale, della sobrietà e della sostenibilità». Attorno al vecchio abete sono già spuntate altre piantine, segnale di rinascita.